E’ l’Emilia Romagna la regione che garantisce meglio di tutte le altre i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) cioè le cure minime che deve garantire il SSN.  Lo comunica la Fondazione Gimbe (Gruppo Italiano per a Medicina Basata sulle Evidenze) che conduce ricerche in ambito sanitario. Questo risulta dal nuovo rapporto della Fondazione che analizza i dati dal 2010 al 2019 della “griglia Lea”, il metodo con il quale il ministero della Salute monitora l’offerta sanitaria delle Regioni ai cittadini attraverso determinati indicatori. Dal rapporto emerge quali sono le Regioni adempienti, e quindi meritevoli di accedere alla quota di finanziamento premiale, e quelle inadempienti.

L’ Emilia Romagna garantisce il 93,4% degli adempimenti , mentre la Sardegna solo il 56,3%.
Tra le prime 10 Regioni  ‘adempienti’ la Toscana (91,3%), il Veneto (89,1%), il Piemonte (87,6%), la Lombardia (87,4%), l’Umbria (85,9%), le Marche (84,1%), la Liguria (82,8%), il Friuli Venezia-Giulia (81,5%) e Trento (78,8%).
Agli ultimi 6 posti, oltre alla Sardegna, Bolzano (57,6%), Campania (58,2%), Calabria (59,9%), Valle d’Aosta (63,8%) e Puglia (67,5%).

Anche per quel che riguarda il Nuovo Sistema di Garanzia (Nsg), il metodo per il monitoraggio dell’adempimento ai Lea (Livelli essenziali di assistenza) testato in via sperimentale per il 2019, 6 Regioni risultano inadempienti: la Calabria non raggiunge il punteggio minimo in nessuna delle tre aree.

“Senza una nuova stagione di collaborazione tra Governo e Regioni e un radicale cambio di rotta per monitorare l’erogazione dei Lea – spiega il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta – diseguaglianze regionali e mobilità sanitaria continueranno a farla da padrone e il Cap di residenza delle persone condizionerà il diritto alla tutela della salute”.