Epurazioni nel mondo dello spettacolo. A Verona non deve succedere. Un conto è l’arte, un altro la politica

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha fatto fuori il maestro russo Valery Gergiev dalla direzione dell’Orchestra della Scala il prossimo 5 marzo pere la seconda rappresentazione della “Dama di picche” di Cajkovskij.
La colpa del maestro è di non aver risposto alla richiesta del teatro di fare una dichiarazione auspicando una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina e di essere amico e sostenitore di Vladimir Putin.
Oggi scade l’ultimatum che gli aveva dato, a nome dei Munchener Philharmoniker, il sindaco di Monaco Dieter Reiter di fare entro oggi una presa di distanze da Putin, pena la fine della collaborazione con l’orchestra di cui è direttore principale dalla stagione 2015/16.  Lo stesso ha fatto  la Rotterdams Philharmonisch Orkest e la Filarmonica di Parigi  che hanno già annullato i concerti con il maestro russo.

La celebre soprano russa Anna Netrebko (nella foto, in Arena, ne Il Trovatore di Giuseppe Verdi) , ha scritto su Facebook questa dichiarazione: «Sono contraria a questa guerra. Sono russa e amo il mio paese ma ho molti amici in Ucraina e il dolore e la sofferenza in questo momento mi spezzano il cuore. Voglio che questa guerra finisca e che le persone possano vivere in pace. Questo è ciò che spero e prego. Voglio però aggiungere una cosa: obbligare gli artisti, o qualsiasi personaggio pubblico, a dare voce alle proprie opinioni politiche in pubblico e a denunciare la propria patria non è giusto».

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