Europee 2024. Quanto vale l’astensione e quanto l’occasione

(di Gianni De Paoli) Manca poco più di un mese alle elezioni europee. Già c’è una generale tendenza all’astensione che s’è manifestata con numeri decisamente importanti, ma le europee sono le consultazioni che vengono snobbate di più. In Italia come negli altri paesi Ue.

Europee. Nel 2019 astensioni al 50%

Nel 1979, si è votato per la prima volta per l’Europa. Percentuale altissima: 86,1%. Forse perché era una novità. O forse perché eravamo in un’altra epoca, quando la gente pensava ancora di poter incidere sulla politica. Quando i partiti, quelli veri, partecipati, esistevano ancora. Poi però la percentuale è continuata a calare inesorabilmente, tanto che 5 anni fa in tutta l’Unione europea un elettore su due non era andato a votare.

Europee. Astensioni

Alla base il disinteresse, il senso di inutilità del voto, la percezione delle istituzioni europee come lontane, se non ostili. Ma anche la complessità dei processi decisionali dell’Ue e dei suoi organi: la Commissione, il Consiglio dell’Unione europea, il Consiglio europeo e il Parlamento. Difficile per la gente comprenderne le funzioni. E poi, determinante più di quanto non si creda, il basso tasso di democrazia, con la Commissione, che non è eletta da nessuno, che ha il monopolio dell’iniziativa legislativa.

Europee. Quanto vale l’astensione e quanto l’occasione


L’Unione Europea è percepita come lo strumento di un’oligarchia tecnocratica che prende decisioni che poi ricadono sulla vita di ciascuno, come quelle recenti, avvallate dall’Europarlamento, su come dovranno essere le nostre macchine e le nostre case. Solo per fare gli esempi più noti e destinati a pesare di più sulle nostre tasche. Senza dire delle scellerate decisioni sull’agricoltura che hanno provocato le proteste del mondo agricolo in tutta l’Unione.

Europee. Occasione per cambiare

Le imposizioni europee su cibo, auto elettriche e case green hanno però avuto un effetto positivo. I cittadini hanno capito che disinteressarsi dell’Europa non paga. Anzi, gli eurocrati sono tutti contenti di avere mano libera. Così si sta affermando l’opinione che se non sei tu a interessanti dell’Europa, è l’Europa che si interessa di te.
Le oligarchie che hanno dominato l’Ue negli ultimi decenni sono sempre state di centrosinistra, una combinazione di popolari e socialisti.

Negli ultimi 5 anni però la situazione politica in diversi stati membri è virata a destra. In Italia e in Francia, 2 dei paesi più popolosi, ma anche in altri, i partiti di centrodestra, anche se non al governo, sono cresciuti e la somma del loro consenso alle prossime europee potrebbe determinare il cambio dell’assetto politico dell’Unione. Ci sarebbe così la possibilità di rettificare, se non annullare, certe scelte che sono state fatte e che mettono in difficoltà i cittadini.
Sempre che i leader politici del centrodestra siano uniti e determinati nel mandar via la von der Leyen. E che gli europei vadano a votare.

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