Fibrosi cistica, Morgante chiede un tavolo tecnico per migliorare assistenza e ricerca

“La fibrosi cistica colpisce un neonato su circa 2.500 e si verificano circa 200 nuovi casi l’anno. La patologia è progressiva e tende a peggiorare col tempo. Tuttavia, la prognosi è migliorata notevolmente negli ultimi anni, grazie ai progressi della terapia, soprattutto se diagnosticata in fase precoce. La fibrosi cistica implica la necessità di una presa in carico globale del paziente presso centri di riferimento di alta specializzazione che siano in grado di seguirla dalla diagnosi e per tutta la vita, fino all’età adulta, con cure personalizzate, tenendo conto di tutti i numerosi aspetti della patologia e delle conseguenze di questa sulla vita del paziente, che, anche in stati non gravi della malattia, deve, comunque, sottoporsi quotidianamente ad un programma terapeutico impegnativo che coinvolge, specialmente nel caso dei minori, anche la famiglia. Colgo l’occasione per ringraziare tutte le associazioni, tutte le famiglie e tutto il personale sanitario ma anche per ringraziare il nostro Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e l’intero Governo per aver avvertito, fin dai primi provvedimenti, la necessità di rilanciare la sanità. È una situazione difficile che questo Governo sta cercando di superare dando, fin dai primi mesi, un segnale forte, chiaro e preciso, incrementando il Fondo sanitario nazionale di 7 miliardi per i prossimi tre anni”. Lo ha detto il deputato di Fratelli d’Italia Maddalena Morgante, di Fratelli d’Italia, in Aula durante la dichiarazione di voto per la mozione sulla fibrosi cistica approvata oggi a Montecitorio.

“Un ulteriore sforzo per potenziare il Servizio sanitario possiamo farlo anche oggi – ha aggiunto Morgante – In particolare, mi riferisco all’istituzione di un tavolo tecnico ma anche alla necessità di incrementare e vincolare le risorse per assicurare strutture, personale e attrezzature adeguate per l’assistenza e per la cura dei pazienti affetti da fibrosi cistica, per implementare l’assistenza domiciliare, agevolando un modello assistenziale personalizzato che consenta di assecondare le scelte del paziente e dell’intera famiglia e che riduca ogni forma di ospedalizzazione, potenziando le capacità e le possibilità lavorative, scolastiche, sportive e sociali delle persone affette da fibrosi cistica e dei loro familiari e da ultimo, ma non per ultimo, anche sostenendo la ricerca”, conclude.

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