Focus della Quinta Commissione consiliare di Verona sulle dipendenze

«Verona fin dai primi anni ’70 è stata il crocevia dello spaccio di droga. Questo è arcinoto. Ma non tutti sanno che è in prima fila per la lotta alle dipendenze da sostanze illegali e legali». Perciò  Gianmarco Padovani, presidente della commissione sul Sociale del Comune nonché Vice Presidente di Federfarma di Verona, che ha anche collaborato con la Medicina delle dipendenze, ha convocato una seduta su queste tematiche. Padovani ha sottolineato la diversità fra ciò che è legale e illegale. «Una dipendenza da sostanze legali usate in maniera inopportuna innesca fenomenologie gravi, che spesso innescano meccanismi di illegalità.»

Non è solo la droga a creare dipendenza. Ci sono anche il fumo, l’alcol, il gioco d’azzardo, la pornografia e la realtà virtuale che soprattutto nei giovani possono avere conseguenze su una psiche in fase evolutiva fino ad incidere pesantemente sulle competenze cognitive relazionali e affettive dell’età adulta. Padovani grazie al suo lavoro di farmacista ha un punto di osservazione privilegiato su droghe e dipendenze anche da sostanze legali ha invitato a relazionale alla Commissione. Fabio Lugoboni, responsabile del reparto di Medicina delle Dipendenze dell’azienda Ospedaliera di Verona e Lorenzo Zamboni, psicologo specializzato in terapia cognitivo- comportamentale. I due relatori hanno fatto un quadro delle dipendenze note e meno note e sui motivi del loro abuso. Accanto alle sostanze più conosciute ce ne sono sempre di nuovo utilizzo, come il Modafinil, usato per disturbi dell’attenzione e per il sonnambulismo, che viene adoperato soprattutto in Usa come stimolante cerebrale, una specie di “viagra della mente”. 

Zamboni ha illustrato i mondi oscuri della realtà virtuale del gioco d’azzardo, dello shopping compulsivo fino alla sindrome di hikiko mori, quadro patologico complesso in cui virtuale e vita normale si confondono. Il dottot Lugoboni ha sottolineato come questi meccanismi interessino soprattutto i giovani e spesso siano espedienti per adire a mondi affascinanti altrimenti difficili da raggiungere. La dipendenza col passare degli anni diventa una schiavitù che produce disturbi del neurosviluppo. Un  dato inquietante è emerso durante le relazioni: l’alcool è la prima causa di morte sotto i 21 anni. La rete offre un panorama incredibile di nuove droghe, facilmente accessibili e che cagionano danni neurologici importanti, come la ketamina. Zamboni ha trattato il tema delle dipendenze addirittura senza sostanza. A Verona il 19 % di minori ha giocato d’ azzardo, spesso in posti impensabili nei primi metri di distanza dalla scuola di appartenenza. Il 15% dei giovani fa un uso problematico della rete denunciando spesso un disagio emozionale in un contesto in cui l’offerta della rete diventa di giorno in giorno più copiosa e aberrante. Si pensi all’ agghiacciante gioco del fantamorto ove si può scommettere sulla morte di personaggi più o meno noti con quote che salgono più il personaggio è giovane. Giochi solitari, veloci, senza ragionamento, giocabili ovunque che scatenano sindromi di dipendenza dalla rete clinicamente difficili da controllare proprio per la facilità d’accesso. Anche in questo caso la prima medicina è il genitore cui spetta il compito gravoso di capire il divenire della tecnologia e condividere i percorsi dei propri ragazzi per non erigere muri e condividere argomenti spesso tedianti  per non perderli.

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