La fotografia dell’Istat sul benessere degli italiani. Sanità nota dolente

Sono tutto sommato positivi i dati che ha diffuso l’Istat nell’11^ edizione delRapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes)

Nel 2023 è aumentata, pur rallentando, l’occupazione  tra i 20 e i 64 anni (+404.000 unità, +1,8% rispetto al 2022), corrispondente a un tasso del 66,3% (+1,5%). E aumenta più tra le donne e nel Sud. E aumenta del 2,3% negli over 50. 

Aumenta anche  la speranza di vita: 83,1 anni (8 mesi di più), 81,1 anni  per i maschi e 85,2 per le femmine.
La speranza di vita in buona salute è di 59,2 anni, dato in diminuzione di quasi un anno che l’Istat spiega com un rimbalzo psicologico dopo la pandemia.

La fotografia dell’Istat sul benessere degli italiani

La mortalità per tumori nei 20-64 anni è del 7,8/10.000 residenti. La mortalità è inversamente proporzionale al livello d’istruzione ed è maggiore nel maschi.

Aumenta anche il benessere misurato secondo 152 indicatori statistici: per più del 50% migliora, per il 17,8% è stabile e peggiora per il 28,7%.
Rimane confermato che l’area del paese dove si vive meglio è il Nord Est.

Istat certifica le difficoltà della sanità

Dolenti, come previsto, le note sulla sanità. Aumentano gli italiani che hanno dovuto rinunciare a curarsi per problemi economici, per la lunghezza delle lista di attesa e altre  difficoltà di accesso al Ssn: sono 4,5 milioni, il 7,6%.
E’ al Centro che si registra la più alta quota di rinuncia (8,8%), segue il Sud con il 7,7%, mentre il Nord con 7,1% mantiene lo stesso livello del 2022.

Il 4,5% dichiara di rinunciare a causa delle liste di attesa troppo lunghe. Il 4,2% per motivi economici. Ma è chiaro che per queste percentuali si sommano in quanto l’unico modo per risolvere il problema delle attese è rivolgersi al privato e pagare.

La fotografia dell’Istat sul benessere degli italiani

Continua anche l’emigrazione ospedaliera da una regione all’altra per andrai a curare, soprattutto dalla Basilicata, Calabria, Campania e Puglia verso il Nord.

Aumentano, com’è normale che sia data l’anzianizzazione, gli anziani assistiti in Assistenza domiciliare integrata (Adi), dal 2,9% nel 2019 al 3,3% nel 2022. Anche in questo caso il Nord Est è quello dove funziona meglio: 3,8% contro il 2,6% al Sud. Anche per l’assistenza residenziale per la presa in carico di anziani fragili (6,2%) mentre al Sud è del 2,8% ( dati del 2021).

Per quel che riguarda il grado complessivo di soddisfazione della propria vita il 48,7% degli uomini è molto soddisfatto, mentre per le donne lo è il44,8%. La soddisfazione è direttamente proporzionale al titolo di studio.

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail