Fra le rovine della guerra in Ucraina anche l’idea del villaggio globale

(pd) Comunque la si veda la guerra in Ucraina a una cosa è servita: alla prima cannonata sono andate in fumo tutte le convinzioni che la cultura ufficiale aveva spacciato come verità ineluttabili, come acquisizioni del progresso.

Non ci avevano raccontato che con la globalizzazione idee come la nazione, i confini, la sovranità, l’identità erano vecchi arnesi arrugginiti da seppellire in qualche angolo della memoria?
Non avevano fatto passare per dei coglioni che non avevano ancora colto il ‘senso della storia’ quelli che ancora danno importanza all’identità e alla sovranità, al punto da parlare dei sovranisti e degli identitari come dei tagliati fuori dal consesso civile del politicamente corretto?

E invece ecco che in nome questi due concetti spacciati per obsoleti – identità e sovranità- nel terzo millennio e nel bel mezzo della civilissima Europa russi e ucraini si stanno scannando in una guerra che, proprio per questo, dimostra che la cultura dominante con i suoi mezzi potentissimi ci ha spacciato per vero qualcosa che non esiste. E quelli che c’avevano creduto e che forse ancora ci credono, ora vengono riportati alla realtà dai bombardamenti, dai morti e dalle crudeltà che fanno da corollario a tutte le guerre.

Fino a prima dell’invasione russa dell’Ucraina, Salvini, che da ministro degli interni aveva difeso i confini dello Stato e quindi la sovranità sancita dalla Costituzione, veniva processato anche se lo aveva fatto senza sparare nemmeno un colpo di fucile col tappo di sughero. Ci rendiamo conto? E venivano ridicolizzati quei leader europei come Giorgia Meloni, Marine Le Pen o Viktor Orban che parlano di patria. 

E quanto contino le identità, mix di genetica e di cultura, lo si vede anche dalla disponibilità messa in campo da Polacchi, dai Tedeschi, dagli Ungheresi, dagli Austriaci, dai Romeni, dai Francesi e dagli Italiani nell’aiutare i proflighi ucraini. I Polacchi, è stato rilevato, ne hanno accolti un milione e mezzo senza batter ciglio, dando loro non una, ma due mani! Mentre s’erano rifiutati di accogliere un migliaio di asiatici. Semplicemente per l’atavico, naturale istinto che ti porta prima ad aiutare il tuo prossimo, cioè colui che ti è più vicino, in tutti i sensi. Anche questa questione di identità e di sovranità. 

Qualcuno potrà obiettare: ma sono proprio questi due concetti che provocano le guerre. Non è così. Le guerre scoppiano proprio quando le identità e le sovranità non vengono rispettate.

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