I fragolicoltori hanno incontrato nei giorni scorsi ad Oppeano il presidente della Regione a cui hanno sottolineato la gravità della situazione. Il governatore ha manifestato la più ampia disponibilità a valutare le proposte dei fragolicoltori e a sostenerle nelle sedi deputate. Il mercato delle fragole visto da Ismea: male l’export ma cresce la domanda interna.
Durante la riunione del Comitato Fragola del 23 aprile scorso sono stati presentati i risultati di un’indagine condotta da Ismea sul mercato della fragola. Innanzitutto, sono stati citati i punti critici della filiera, quali: l’incremento dei costi di produzione e della competizione con il prodotto estero, in particolare spagnolo. Su una disponibilità totale di 182.000 tonnellate – di cui 37.000 (pari al 17%) importate – 162.000 ton (89%) vengono consumate direttamente: lungo il canale retail il 78% e nel canale Horeca il rimanente 22%. Per quanto riguarda il retail, il 65% è appannaggio della Gdo e il 35% del mercato tradizionale. Lo scenario produttivo internazionale La breve shelf life delle fragole limita l’area di interesse di mercato ai Paesi europei e mediterranei, che presentano differenti periodi di raccolta. Spagna, Egitto, Israele, Grecia e Italia concentrano le quantità raccolte tra la fine dell’inverno e la primavera. Francia, Paesi Bassi, Germania e Polonia entrano sul mercato a fine primavera e in estate.
La produzione italiana è realizzata prevalentemente in coltura protetta (circa 82% dei 3.700 ettari coltivati), il restante 18% in pieno campo. Le principali regioni che producono fragole sono Campania (cv Sabrina), Basilicata (cv Candonga) e Veneto (cv Eva) (dati CSO). Tra i principali esportatori mondiali di fragole, figurano molti paesi dell’Europa e dell’area mediterranea. Fanno eccezione Usa e Messico, i cui scambi interessano l’area Panamericana. In Europa, la Spagna, leader mondiale, è seguita dai Paesi Bassi e Belgio che esportano in parte produzione nazionale e in parte riesportano il prodotto proveniente da altri Paesi.
L’Italia – che si colloca al nono posto tra i principali esportatori mondiali di fragole – ha anche per questo frutto una bassa propensione all’export: solo il 12% di quanto prodotto viene esportato (20.000 ton nel 2013). Nel 2mila era il 19%. Le esportazioni tricolori sono destinate quasi esclusivamente al mercato europeo, in particolare (nel 2013) il 43% in Germania, il 23% in Austria, quindi il 14% in Svizzera, il 5% nel Regno Unito. Negli ultimi anni, le importazioni di fragole dell’Italia risultano stabili intorno a 35-37.000 tonnellate. La propensione all’import (ossia il rapporto tra importazioni e consumo apparente) è medio-alta e ha una tendenza positiva. Negli ultimi anni si è passati dal 15% del 2000 al 23% del 2013. I due terzi delle importazioni provengono dalla Spagna. I consumi interni sono in aumento soprattutto al Nord ma vanno sostenuti e promossi al Sud.





