Ha ragione Fabio Venturi: Verona deve scegliere i grandi eventi sportivi. Sono la chiave per cambiare (in meglio) la città

(di Bulldog) I conti sono presto fatti: un cittadino  veronese – in occasione di un grande evento sportivo – spende mediamente (per quanto legato a questo evento, ovviamente) 60€ al giorno per tutta la durata della manifestazione; per un non-residente, questa spesa media sale a 200€ al giorno; un turista, un fan, una persona al seguito di una delegazione o di uno sponsor o di un fornitore, se internazionale spende 300€ al giorno. Sono valori che appartengono al golf, ovvero alla disciplina sportiva che genera il maggior indotto per il territorio. I dati forniti (qui il nostro articolo) questa mattina per la valutazione dell’impatto economico dei campionati europei di volley (in Arena il 15 agosto l’avvio del torneo femminile), confermano che Verona ha tutto l’interesse a sviluppare un’offerta sportiva permanente.

Riepilogo i dati più salienti: l’EuroVolley garantisce 400 milioni di audience totale grazie a 115 Paesi collegati (109 per la sola diretta dall’Arena di Verona), 380mila pernottamenti, con 4 miliardi di interazioni social. Il fatturato generato dall’evento – calcolato in forma prudenziale, ad esempio il ROI per il settore media è stato calcolato prevedendo l’80-90% di sconto sui listini pubblicitari – ammonta a 163 milioni di euro che verranno  spalmati su nove città.

Gli organizzatori calcolano 4mila spettatori medi per partita, ma già in Arena questo dato potrebbe essere raddoppiato e forse qualcosa di più. Vuol dire che la nostra città si prepara ad incassare qualche decina di milioni di euro con un effetto che si prolungherà nel tempo. «Per questo – spiega Fabio Venturi, già enfant prodige della politica scaligera, già presidente di Agsm ed oggi figura di spicco del Volley scaligero – dobbiamo fare un passo in più: realizzare un comitato permanente che coordini gli eventi sportivi a Verona. Una struttura che metta a sistema le diverse competenze, una cabina di regia che veda pubblico e privato, istituzioni e sponsor, insieme per valutare nuovi progetti. Banalmente, il Veneto sarà la prossima regione europea dello sport; Verona del Veneto è già oggi la capitale in tantissime discipline sportive. E’ evidente la crescita che questa cabina di regia può portare alla nostra comunità».

Del resto, il modello Trentino spiega chiaramente come lo sport possa diventare un eccezionale fattore di promozione del territorio e motore di cambiamento sociale. Il Trentino ha puntato a sport di squadra al chiuso – raggiungendo l’eccellenza in Volley e Basket -, nelle tradizionali specialità alpine, nell’accoglienza delle squadre professionistiche italiane e straniere nei ritiri estivi e la presenza diretta nella comunicazione sportiva. In cambio ha cambiato la propria immagine rendendola più “aperta” e meno “convenzionale”, attirando una nuova tipologia di visitatori più alto-spendenti rispetto al passato. Verona non ha lo statuto di specialità e quindi non può godere dei vantaggi della fiscalità ad essa collegata, ma ha comunque più di una freccia nella sua faretra.

Abbiamo l’Arena, ma non solo. E soltanto guardando ai prossimi eventi – dalle Olimpiadi invernali 2026, ai campionati nelle massime serie di più specialità, alla vela sul Garda, al ciclismo … –  quanto potrebbe pesare per Verona una virata decisa verso lo sport è abbastanza facile da capire. Vorrebbe dire anche mettere mano al sociale, migliorando le infrastrutture che poi verrebbero utilizzate dai nostri ragazzi, sistemando la viabilità, i servizi per i residenti ecc…

Resta un nodo, grande quanto il Bentegodi. Lo stadio della città infatti ha perso i suoi investitori privati, a breve partiranno soltanto i lavori da 3 milioni di spesa per mettere in sicurezza ed adeguare l’impianto elettrico così da essere in regola per la Serie A. E poi? Damiano Tommasi, sindaco di Verona, non si sottrae: «E’ evidente che rappresenta un’urgenza. Il passaggio obbligato è fissato per il prossimo ottobre: lì sapremo se Verona sarà o meno nel gruppo delle città che ospiteranno gli Europei di calcio. E’ chiaro che, a fronte di una accettazione della nostra candidatura, dovrà obbligatoriamente partire il “progetto “cantiere” per un “nuovo” Bentegodi iniziando dalla ricerca dei finanziamenti e dalla progettazione».

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