I polacchi accolgono milioni di ucraini, ma non vogliono siriani e afghani. Il motivo c’è. L’ha spiegato Rampini, il ‘liberal’ dalle tiracche rosse

(pd) E’ ospite fisso dei talk show. Fa colore con le sue tiracche rosse e la chioma bianca ricciuta. E’  Federico Rampini, giornalista italo-americano di sinistra. Dalla sua bocca mai ci si sarebbe aspettati che uscisse quello che ha detto qualche giorno fa parlando dell’esodo in Polonia dei profughi ucraini. Ne sono arrivati 2 milioni. E i polacchi, ha osservato il conduttore della trasmissione, li hanno accolti subito senza fare una piega, con un’umanità e una disponibilità encomiabili. E pensare, ha continuato, che proprio i polacchi fanno parte del gruppo dei paesi di Visegrad schierati decisamente contro l’immigrazione dalla Siria e dall’Afghanistan. 

Come mai?

Rampini ha risposto candidamente: per il semplice fatto che polacchi e ucraini sono simili. Quando un polacco vede un ucraino è come se si vedesse allo specchio. Non lo percepisce altro da sé. Gli viene spontaneo aiutarlo. Come viene spontaneo aiutare prima le persone più vicine, i propri familiari, i propri amici. E solo dopo gli altri, se ne avanza… Parole che non lasciano spazio a interpretazioni e che trasferite in Italia, suonano così: prima gli italiani! 

E’ la posizione comune a tutte le destre. Una posizione di buonsenso che però è stata demonizzata dalla sinistra cosmopolita e dal mainstream. D’altra parte è lo stesso Cristianesimo che parla del “prossimo”, cioè di colui che è più vicino rispetto ad un altro che per diversi motivi è più lontano.

Il ragionamento di Rampini è scivolato via senza che nessuno rimarcasse come fosse controcorrente rispetto alla cultura dominante. Soprattutto perché uscito dalla bocca di uno di sinistra. Ma come? Non avevano detto che siamo tutti uguali, che bisogna accogliere tutti, che non bisogna distinguere fra europei, africani o asiatici?  Non ci avevano spiegato che fare dei distinguo fra gli esseri umani per il loro aspetto fisico, per la loro cultura, per la loro religione significa essere razzisti? E invece, voce dal sen sfuggita, stavolta la verità è stata affermata candidamente da un un liberal. L’avessero detto la Meloni o Salvini li avrebbero tacciati di razzismo.

La verità, cari signori, è destinata a prevalere sempre. Anche sulle idiozie e le menzogne più supportate e diffuse. 

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