Dopo 21 anni torna Il Ballo in maschera di Verdi al Filarmonico

(di Gianni Schicchi) Il Ballo in maschera di Verdi ritorna al Filarmonico dopo un silenzio di 21 anni. Nel 2002 l’opera fu apprezzata per un allestimento sfarzoso, grazie al pregevole allestimento scenico di Raffaele Del Savio, con l’indimenticabile direzione di Julian Kovatchev, scomparso da pochi giorni e il debutto internazionale di Hui He, da allora divenuta nostra concittadina.   

L’opera, che chiude l’attività lirica 2023 della Fondazione Arena, vuole proporsi anche per questa nuova occasione con un allestimento altrettanto all’altezza. A illustrane i contorni della messa in scena c’erano ieri in Sala Fagiuoli della Fondazione Arena, la regista Marina Bianchi, il direttore d’orchestra Francesco Ivan Ciampa e il direttore musicale Francesco Ommassini che ha fatto gli onori di casa mancando il sovrintendente Cecilia Gasdia e il suo vice Stefano Trespidi perché impegnati altrove.

Marina Bianchi ha spiegato come l’allestimento, curato scenograficamente da Giuseppe Carmignani, sia partito da alcune riproduzioni grafiche dell’evento storico (1913) del Teatro Regio di Parma e sia fatto in coproduzione con l’Auditorio di Tenerife. Un’operazione non semplice, gestita dai laboratori della Fondazione di via Gelmetto, perché bisognosa di diversi interventi correttivi per renderla complementare al nostro teatro, ambientata poi nel 1600, come prescritto da Verdi. Il direttore Francesco Ivan Ciampa, non certo un inesperto dalle nostre parti, avendo già diretto in altre occasioni al Filarmonico e in Arena, ha spiegato poi il fascino di una partitura e le diverse insidie che presenta in più occasioni, nel corso dei suoi tre atti.

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Ieri è stato pure annunciato il cast ufficiale dell’opera, che si presenta con alcuni dei migliori artisti oggi in circolazione nel panorama internazionale. La prima dell’opera andrà in scena, domenica 17 alle 15,30, con repliche, mercoledì 20 (ore 19), venerdì 22 (ore 20) e sabato 23 alle 15,30. Nelle vesti di Riccardo, canterà il talentuoso tenore Luciano Ganci, affiancato dal celebre baritono veronese Simone Piazzola, come Renato. 

Nelle parti femminili, si esibiranno l’uruguaiana Maria José Siri (da alcuni anni cittadina veronese) come Amelia, che sarà ripresa nella recita del 22 da Daria Masiero, altra giovane promessa. Il difficile ruolo di Oscar sarà appannaggio invece del giovane soprano albanese Enkeleda Kamani, Ulrica, del contralto Anna Maria Chiuri, mentre nelle parti di Silvano e Samuele si misureranno il baritono Fabio Previati ed il basso veronese Romano Del Zovo.

Vestiranno il ruolo di Tom, Nicolò Donini e di un giudice, Salvatore Schiano Di Cola. Il coordinamento dello spazio scenico e arredi saranno curati da una vera specialista in campo: Leila Fteita, con i costumi di Lorena Marin, (la regista Marina Bianchi ha spiegato come per l’opera si sia dovuto allestire un apposito nuovo laboratorio) e le luci di Andrea Borelli. Il coro sarà guidato dall’esperto maestro Roberto Gabbiani.

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