Il Gruppo Generali chiude la sua rappresentanza in Russia e ferma le attività. Aiuti alle famiglie e ai profughi ucraini

(s.t.) A una settimana dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina e dopo giorni di attenta vigilanza, monitorando costantemente la situazione in rapida evoluzione e le relative implicazioni per le attività del Gruppo e per i mercati finanziari, Assicurazioni Generali ha deciso ieri pomeriggio di chiudere il proprio ufficio di rappresentanza a Mosca, aperto nel 2018, e di congelarne gli sviluppi.

Lo ha comunicato la stessa compagnia assicurativa triestina con una nota nella quale precisa di aver deciso di lasciare gli incarichi ricoperti nel consiglio di amministrazione della russa Ingosstrakh, della quale cui detiene una quota di minoranza pari al 38,5%. In virtù del limitato peso di questa partecipazione, Generali conferma di non avere alcuna influenza sulla sua attività. Per effetto della medesima decisione, la compagnia di assicurazioni francese Europ Assistance, appartenente al Gruppo, chiuderà la propria attività in Russia.

Per quanto riguarda inoltre gli investimenti finanziari e il business assicurativo nel Paese, Generali comunica che “sta valutando costantemente la propria marginale esposizione sul mercato russo”, e precisa di essere “conforme al rispetto di tutte le sanzioni che potrebbero essere applicate”. Secondo dati riportati dai media italiani il valore della partecipazione di Generali in Ingosstrakh, una tra le più rilevanti compagnie assicurative russe, è di circa 300 milioni. La presenza nel board della società russa controllata da Oleg Deripaska era garantita da tre nomi di peso come Paolo Scaroni, Luciano Cirinnà, responsabile dell’area Austria, Europa Centro Orientale e e Russia, e Giorgio Callegari, già numero uno di Generali Russia.

Sempre a proposito del mercato assicurativo russo, proprio nel marzo del 2021 il Leone stava considerando un rafforzamento, valutando l’ingresso nella società RESO-Garantia per un controvalore di circa 2 miliardi, L’operazione era poi sfumata, pare per l’opposizione di Caltagirone e Del Vecchio, il cui rapporto con il Ceo Donnet e la sua maggioranza si stava già logorando.

Per ritornare al dramma in corso in Ucraina, il Gruppo Generali ha inoltre deciso di donare 3 milioni di euro per sostenere i programmi a favore dei rifugiati, inclusa una donazione all’UNHCR, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, già impegnato sul fronte umanitario. È stata inoltre attivata una campagna di raccolta fondi da parte dei dipendenti di Generali, alle cui donazioni la compagnia corrisponderà una somma di pari importo. Il ricavato sarà devoluto all’UNICEF per sostenere le attività a favore delle famiglie colpite.

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