Il M5S si trasforma nella Lega del Sud. La Lega torna a fare la Lega Nord. E il solco fra le due Italie si approfondisce

Da risultati elettorali emerge un dato che è stato colto nella sua evidenza, ma non nel suo vero significato.

Il successo del M5S nel Sud non può essere liquidato con una battuta. Non è stato solo la furbata di Conte che col ‘reddito di cittadinanza’ ha salvato i grillini dalla scomparsa. E’ di più. E preoccupante.

Significa che esiste un largo strato della popolazione italiana residente nel meridione che vota in base a scelte di puro interesse personale. ‘Conte mi garantisce 800 euro al mese senza lavorare? E io lo voto’. E’ questo il meccanismo del successo del M5S al Sud. Evoluzione, dopo 70 anni, di quello che succedeva a Napoli quando il ‘comandante’ Lauro, monarchico, per essere eletto sindaco andava nei quartieri poveri regalando la scarpa destra. La sinistra l’avrebbe consegnata ad elezione avvenuta! Una versione un po’ naif del voto di scambio che, bada ben, è vietato per legge. Ma sempre voto di scambio è. Tu mi voti? E io ti garantisco uno stipendio senza lavorare. E poi, se capita, per arrotondare, puoi sempre lavorare in nero. Un mix di illegalità che nessuno sottolinea, ma che è la dimostrazione che in una porzione importante dell’Italia non solo prospera la mafia nelle sue varie declinazioni, ma esiste un’illegalità diffusa e radicata nella mentalità della popolazione, che è poi il substrato che alimenta la malavita organizzata.

Una cosina da niente cui i Cinquestelle, pur di sopravvivere, non hanno esitato a ricorrere. 

Ma non è tutto qui.

Il M5S non è più il movimento del ‘vaffa’, antisistema, antipalazzo, antieuropeo che si era affermato nel 2018. E’ tutt’altro. Si è trasformato nella Lega del Sud. Ha cambiato leader, pelle e ha perso 6 milioni di voti e quelli che ha adesso li ha presi tutti nelle regioni meridionali. Insomma: s’è trasformato nella Lega del Sud. 

La conseguenza è, in prospettiva, di una gravità assoluta perché approfondisce ulteriormente la spaccatura esistente fra le due Italie. E considerata l’inevitabilità che la Lega, quella vera, dopo il fallimento della linea Salvini, torni ad essere la Lega Nord, c’è da aspettarsi un aumento della conflittualità territoriale, che scaverà un solco ancora più profondo fra le due Italie. Sempre che la crisi economica non ci conduca a situazioni estreme che radicalizzino le posizioni in senso separatista. Cosa non nuova né per il Sud ( Finocchiaro Aprile) né per il Nord (il separatismo padano o del tanto). Ma a questo non ci vogliamo neanche pensare.

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