Il Ministro della Giustizia: la sede di Venezia è la più sofferente e disagiata dell’intero Paese. Allora che apra la Corte d’Appello a Verona

Lo dice il Ministro della Giustizia: “la sede di Venezia è la più sofferente e disagiata dell’intero Paese”. Carlo Nordio, nel corso della sua visita al Tribunale di Venezia, città dove ha svolto per molti anni il suo ruolo di magistrato, ha detto quello che molti veneti sanno. “Forse – ha proseguito – sono il primo ministro che provenga dalla magistratura con l’esercizio della Procura, per di più in questa città. Ci sono i problemi di giustizia penale e quelli di Venezia, da quelli più banali come il trasporto dei fascicoli per via acquea, che ha sorpreso la mia amica Marta Cartabia, rimasta allucinata perché non aveva la più pallida idea di come funzionasse. Io idea ce l’ho – ha concluso – non è pallida ma è consolidata”. 

Queste affermazioni rimandano alla nota proposta di istituire la Corte d’Appello a Verona. Se è giusto che, nonostante le difficoltà logistiche e pratiche evidenziate da Nordio, il capoluogo lagunare abbia il suo Tribunale, la sua Procura e la sua Corte d’Appello, è anche necessario entrare nell’ordine di idee che non ha senso costringere 5 milioni di veneti ad andare per forza a Venezia per i giudizi d’appello. Una sede a Verona, che del Veneto è la città più grande, è la soluzione più logica. 

Proprio in questi giorni, dopo anni di silenzio, in riva all’Adige se n’è tornato a parlare. La proposta di legge era stata presentata per la prima volta nel 1993 da Nicola Pasetto e, dopo la sua tragica scomparsa, era giunta ad un passo dall’approvazione in Senato nel 2005 grazie al lavoro di Paolo Danieli che era riuscito ad accorparla con altre per avere una maggioranza trasversale che ne garantisse l’approvazione. L’operazione saltò per l’interferenza di una senatrice che aveva proposto la Corte d’Appello a Padova. Un’assurdità.

Ora però Verona può contare su una squadra di 5 parlamentari dello stesso partito di Nordio. Non dovrebbe essere difficile prendere un caffè con lui e spiegargli che, anche per i motivi che ha esposto, i tempi adesso sono maturi per la Corte d’Appello a Verona. E stavolta, facendolo con l’appoggio del Ministro della Giustizia, non dovrebbe essere difficile.

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