In Italia il morbillo sta scomparendo. Finalmente una buona notizia dall’Istituto Superiore di Sanità che ha comunicato che nei primi undici mesi di quest’anno – praticamente tutto l’anno- nel nostro paese “sono stati segnalati 15 casi di morbillo (incidenza 0,3 casi per milione di abitanti), di cui 11 casi confermati in laboratorio, un caso probabile e tre casi possibili”. Nel 2020 i casi erano stati 105 e solo 8 nel 2021. “Tredici dei 15 casi (86,7%) erano non vaccinati al momento del contagio e 6 (40%), tutti con età maggiore o uguale a 15 anni, hanno riportato almeno una complicanza. Sono stati segnalati due casi di polmonite”.

Si è passati dai 14.913 casi di morbillo del 2013 ai 15 del 2022. Una evidente dimostrazione che il vaccino funziona. Nel secolo scorso il morbillo era una delle malattie esantematiche dell’infanzia molto diffuse e si verificavano ogni anno delle epidemie.

La vaccinazione contro il morbillo, la parotite epidemica (orecchioni) e la rosolia è raccomandata per bambini fra 9 e 12 mesi. Ma si può effettuarla anche dai 6 mesi se ci sono rischi elevati. La vaccinazione è raccomandata anche per gli adulti nati dopo il 1963. 

Il morbillo è una malattia virale non grave ma molto contagiosa che colpisce nell’infanzia e nei mesi freddi che si manifesta con febbre ed eruzione cutanea che si risolve in 10/20 giorni. Inizialmente si osservano dei puntini bianchi in bocca e dopo qualche giorno appaiono le eruzioni cutanee rosse sul corpo.

Sono state le complicanze del morbillo ad rendere raccomandata la vaccinazione. Le più gravi sono l’encefalite e, rara, la temibile panencefalite subacuta sclerosante. La mortalità durante le epidemie è di 50/100 morti su 100.000 infezioni.