Il nodo pensioni al pettine di Draghi

Nuvole minacciose si addensano su palazzo Chigi. La riforma delle pensioni che Draghi ha in testa per i sindacati è inaccettabile. Il percorso proposto dal governo per una graduale uscita da Quota 100 non va giù ai sindacati.

Sbarra della Cisl parla di “grandi insufficienze e squilibri, per effetto del mancato dialogo con le parti sociali”. E Landini della Cgil definisce le misure “largamente insufficienti sia per le pensioni, che per gli ammortizzatori sociali e per la non autosufficienza” e definisce lariforma “non degna di questo nome. “Se giovedì il governo confermerà questa impostazione – continua Landini- valuteremo iniziative unitarie di mobilitazione”, Che in parole povere significa sciopero generale. Ma il governo ricorda che i saldi della manovra indicati a Bruxelles con il Dpb, non possono – cambiare. Per la transizione dopo Quota 100 il governo continua a proporre un meccanismo graduale. La Lega propone una mega-uscita a 63 o 64 anni nel solo 2022, per rinviare un intervento più complessivo al prossimo governo. Secondo il ministro dell’Economia serve un meccanismo graduale, a partire dalla proposta di Quota 102 e Quota 104, . Allora si faccia “quota 41”, rilancia Salvini, proponendo al governo di fissare l’età minima di 62 anni, con 41 di contributi.

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