Il Nordest che innova poco non è creativo e attraente. E così ogni anno un esercito di laureati lascia il Veneto

Tra le 26 regioni con un indice di attrattività superiore a 50 ben undici sono in Germania, tre in Olanda e due in Belgio. Nessuna in Italia. Ecco cosa spinge oggi un giovane a trasferirsi, ad andare all’estero. Una risposta che se anche non ci piace è purtroppo estremamente realistica. Dobbiamo quindi chiederci quali sono i fattori che rendono attrattivo un territorio per impieghi altamente qualificati. Ci ha pensato Fondazione Nord Est, che ha avviato una ricerca col supporto della Regione Veneto coinvolgendo i protagonisti delle nuove migrazioni. I risultati saranno presentati nelle prossime settimane.

E’ solo uno degli scenari emersi dal Rapporto 2023 “La mappa delle possibilità infinite: forze inespresse, attrezzi utili e percorsi fruttuosi”, presentato dalla Fondazione Nord Est ieri nell’auditorium di Evotec a Verona. Già il Rapporto 2022 aveva cambiato prospettiva, passando dall’osservazione del tempo presente alla perlustrazione del tempo futuro: e quest’anno la prima parte del Rapporto è dedicata ai megatrend, dall’intelligenza artificiale e alle sue applicazioni nella formazione al Deep Tech, dalla demografia alla sostenibilità.

La parte centrale del Rapporto è dedicata alla Brain Economy, il contenitore che raccoglie l’insieme delle ricerche di Fondazione Nord Est che hanno attinenza con il lavoro, l’impresa e la cultura. Nell’ultimo anno la Fondazione si è concentrata sull’attrattività delle regioni del Nord Est, soprattutto per i giovani. Le analisi di Silvia Oliva di Fondazione Nord Est e di Daniele Marini dell’Università di Padova evidenziano che nel decennio 2011-2021 l’Italia ha perso oltre 110 mila giovani laureati italiani under 40 che hanno scelto di crescere e lavorare in altri Paesi. E come mostra la tabella qui sotto, con il dettaglio delle principali regioni che hanno visto i giovani scegliere i nostri vicini non solo europei, il fenomeno danneggia sia Nord che Centro e Sud Italia.

“La mappa delle possibilità per il Nord Est è comunque sia immaginaria che concreta”, ha spiegato Luca Paolazzi, direttore scientifico della Fondazione. “Immaginaria perché contiene traiettorie che sono evidenti nei megatrend ma ancora non si sono realizzate. Concreta perché prospetta alcune vie da percorrere a cui devono mirare le politiche di tutti gli attori sociali; e anche perché rappresenta una dichiarazione di fiducia verso le comunità della zona, le loro capacità e il convinto ottimismo riguardo alla costruzione dei futuri cui sono chiamate queste comunità. Come in ogni mappa, per orientarsi nel viaggio verso i futuri ci sono punti cardinali come la demografia, la SOStenibilità (con il maiuscolo delle prime tre lettere che lancia un ’allarme per l’incombente crisi ambientale), le tecnologie (digitale, space economy, intelligenza artificiale) e le persone, ossia la sostenibilità sociale senza la quale le trasformazioni in atto genereranno tensioni politiche disgregatrici”.

Tornando alla capacità di attrazione delle regioni europee in base a 26 variabili, è emerso che i territori del Nord d’Italia, nonostante gli elevati livelli di reddito e occupazione, perdono posizioni per il basso numero di laureati rispetto alla media europea, per la ridotta quota di lavoratori impiegata in settori creativi e della conoscenza e per la minor produzione di marchi e brevetti. Anche per quanto riguarda le infrastrutture e la connettività via terra e aereo si arretra nella graduatoria europea. Nel Sud d’Italia la situazione delle regioni è ulteriormente aggravata dai bassi livelli di reddito e di occupazione.

Il Rapporto 2023 dedica spazio anche alla Space Economy, che presenta la quintessenza della rivoluzione digitale nelle sue punte più avanzate: intelligenza artificiale, machine learning, deep tech, economia dei dati. Il Nord Est ha il 19% dei brevetti critici per la Space Economy, ed emerge un elevato potenziale di sviluppo delle tecnologie aerospace negli ecosistemi manifatturieri dell’area. Proprio per esplorare questo grande potenziale e divulgare il grande impatto che la nuova rivoluzione avrà sulla vita quotidiana di tutti gli abitanti del pianeta Fondazione Nord Est e Intesa San Paolo danno vita all’Osservatorio sulla Space Economy.

“L’inverno demografico è il tema più impellente: le previsioni sulla popolazione nei prossimi trent’anni mostrano uno scenario critico di continua decrescita in Veneto e in Italia”, ha concluso Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto. “Questa carenza di personale colpirà dagli economisti agli ingegneri, dal personale medico-sanitario ai matematici, dagli informatici ai filosofi. Ma riguarda anche i diplomati ITS, soprattutto in ambito meccatronico, digitale, dell’efficienza energetica, sostenibilità, moda. Da qui l’urgenza di investire energie e risorse per aiutare i giovani e le loro famiglie a leggere i cambiamenti e orientarsi verso le competenze più richieste. Ai giovani va quindi data una formazione non solo tecnica ma anche di pensiero, di capacità critica, che integri l’analisi con la curiosità ed esperienze diverse. Immaginiamo come trasformare le aziende: entrando a far parte delle filiere innovative che alimentano i trend di mercato, intercettando nuovi bisogni e modelli di lavoro; rigenerando le città per renderle più inclusive, accessibili e sostenibili”.

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