«Non voglio (qui il nostro video) che Verona venga regalata alla sinistra, come nel 2002. Per questo mi sono candidato con il centrodestra che é rappresentato da Sboarina.» Spiega così Paolo Danieli, già senatore della destra veronese, Movimento Sociale prima e Alleanza Nazionale poi, la sua decisione di candidarsi al Consiglio Comunale nella lista ‘Sboarina Sindaco’. Vent’anni fa avrebbe dovuto lui essere il sindaco del centrodestra dopo la Sironi. Tutto era pronto. Gli alleati erano d’accordo, compreso il sindaco uscente. Avrebbe vinto in carrozza. Solo che ci mise lo zampino Galan. Volle a tutti i costi che il candidato fosse il suo amico Bolla. Fini e Berlusconi cedettero. Ma a Verona s’incazzarono tutti. E vinse Zanotto, della sinistra. Ed è questo che Danieli non vuole che si ripeta, pur in altri termini e in altri tempi.

«Mai, dopo essere stato eletto per quattro legislature in Senato, avrei pensato di candidarmi in Comune – spiega Danieli – ma sono state tali e tante le pressioni dei miei amici che alla fine non ho saputo dire di no. D’altra parte non mi sono mai tirato indietro, anche in tempi ben più difficili. E così eccomi qua, ancora una volta a battermi per la destra e il centrodestra.» Ma nella testa di Danieli non c’è solo questo. Abituato da sempre a elaborare politica, ha in mente due grandi progetti per far sognare Verona.

«Verona nel Veneto deve contare di più. Dev’essere centro, non periferia. Da troppo tempo il potere è concentrato nel triangolo Padova-Venezia-Treviso. Verona -ricorda- per recuperare centralità deve diventare la capitale della Regione del Garda, una regione trans- frontaliera fra le più ricche e produttive d’Europa, che comprende anche le province di Trento, Vicenza, Brescia e Mantova. Solo così può tornare al suo ruolo che ha fina dai tempio di Cangrande della Scala!». «E poi – conclude senza nascondere un certo entusiasmo- dobbiamo costruire la Grande Verona: una città metropolitana di 420 mila abitanti per dare ai nostri figli un futuro pieno di possibilità.»