Il Ssn non ce la fa più a erogare le prestazioni. Le famiglie hanno speso di tasca loro 36,5 miliardi per curarsi

Nel 2021 le famiglie hanno speso 36,5 miliardi per curarsi. E c’è un aumento dell’1,7% nel periodo 2012-2021. Sono dati Istat comunicati in un’audizione alla Commissione Sanità del Senato.
Il Servizio sanitario nazionale basato sul principio universalista garantisce cure gratis a tutti. Ma sono sempre di più gli italiani che pagano di tasca propria le visite, le prestazioni per  riabilitazione, l’acquisto di prodotti farmaceutici e altri presidi medici non durevoli, l’assistenza ospedaliera a lungo termine e l’acquisto di apparecchi terapeutici ed altri presidi medici durevoli. Fra il 2012 e il 2021 questa spesa è aumentata del 2,9%. Lo Stato, con le tasse dei cittadini, spende ogni anno per la sanità 122 miliardi di euro, dopo le pensioni è la voce di spesa più rilevante del bilancio della Repubblica. Il dato – è l’ultimo pubblicato a ottobre 2022 dalla Ragioneria dello Stato – sale a 127 miliardi se si aggiungono alle spese sanitarie quelle sociali connesse. Il peso sul PIL è del 6,9% per le sole spese sanitarie e del 7,2% se si comprendono anche le spese sociali. Una percentuale in linea con quelle del decennio precedente anche comprendendo l’impatto del Covid.

Questo grafico indica dove vanno i soldi degli Italiani nella sanità: 38 miliardi in stipendi; 43 in consumi e ben 41 in prestazioni di terzi: 7 miliardi in medicine e il resto in lavorazioni fatte da privati (analisi, visite, interventi) per conto dello Stato.

Nel 2021, il 35,0% della spesa complessiva per assistenza ambulatoriale è stata sostenuta dalle famiglie. Questo per supplire alle carenze del sistema sanitario pubblico e per non dover sottostare ai tempi delle liste d’attesa. E sempre per lo stesso motivo gli italiani spendono ogni anno 3,4 miliardi per fare un’assicurazione sanitaria integrativa.
E la tendenza è al rialzo. Nel 2022 gli italiani che dichiarano di essersi pagati le visite specialistiche sono passati dal dal 37% al 41,8%.
Se questi dati vengono messi in relazione con i problemi di finanziamento del sistema se ne deduce che di fatto c’è già una parte degli italiani che in teoria hanno diritto ad essere curati /assistiti gratis invece sono costretti a pagare rivolgendosi al privato.
Il governo di destra-centro, se vuole distinguersi da quelli di centrosinistra che  ipocritamente hanno fatto finta di non vedere il problema, deve pragmaticamente prendere atto che il sistema sanitario così com’è non è più sostenibile e provvedere ad adeguarlo alla realtà che si è andata delineando con l’aumentata richiesta di salute, con l’anzianizzazione e con l’aumento dei costi determinato dai progressi della tecnologia.

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