Imporre il limite dei 30 all’ora senza aver risolto il problema della mobilità urbana è come costruire una casa cominciando dal tetto

Tommaso Ferrari, assessore alla mobilità della giunta Tommasi, ha dichiarato l’intenzione di stabilire i 30 chilometri all’ora come limite di velocità urbano. Non ha specificato se in centro o in tutto il territorio comunale, ma è un’idea che ha in testa. D’altra parte, il comune di Milano, un’altra amministrazione di sinistra come quella veronese, ha deciso di introdurre questa nuova regola in tutta la città a partire dal primo gennaio 2024. E allora, se lo fa Milano, perché Verona dovrebbe essere da meno? E’ un fenomeno di emulazione a cascata. Prima Parigi, poi Milano e adesso Verona. La motivazione? Sempre quella: l’inquinamento. La Valpadana è l’area più inquinata d’Europa per il fatto di essere una pianura semichiusa: le Alpi bloccano le correnti provenienti dal nord e l’aria ristagna. Verona è una delle città più inquinate d’Europa. Imputato principale: il traffico automobilistico. Quindi, ragiona l’assessore, e non solo lui, meno macchine girano meglio è. E quello di limitarne l’utilizzo è un metodo per disincentivarne l’uso. Se poi stanno ferme ancora meglio. 

Imporre il limite di velocità a 30 all’ora è sicuramente un modo per indurre i veronesi a non usare la macchina, ma anche lo scooter. Ma se può avere un senso nelle strade strette del centro storico è assurdo imporlo dappertutto. Già aver messo il limite dei 70 sulla bretella che va da Verona Nord alla circonvallazione esterna è stata una scelta molto opinabile dell’amministrazione Sboarina. Più che rendere sicura la circolazione serve a fare cassa con le multe: la stragrande maggioranza degli automobilisti è costretta ad improvvisi e pericolosi rallentamenti per rientrare nel limite in prossimità degli autovelox. In una strada come la bretella il limite dei 90 era più che giusto. Se adesso lo mettessero a 30 sarebbe addirittura ridicolo.

Ma non è solo questo. Se si vuole disincentivare l’uso dell’auto, bisogna prima porsi il problema di come dovrebbero muoversi i veronesi, visto che il sistema del trasporto pubblico è assolutamente inadeguato. A Parigi, ma anche se meno efficiente a Milano, esiste la metropolitana che ti permette di raggiungere in tempi ragionevoli le varie destinazioni. Ma a Verona? Vogliamo scherzare? 

L’assessore alla mobilità si preoccupa giustamente dell’inquinamento. Solo che affronta il problema alla rovescia. Prima bisogna costruire un sistema efficiente di mobilità pubblica e subito dopo si agisce in modo da far lasciare la macchina a casa ai veronesi. Altrimenti è come fare una casa cominciando dal tetto. 

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