Inaugurata a Borgo Roma “La Fabbrica del Quartiere”, il progetto che migliora il territorio curando i beni comuni

Immaginare e migliorare la vita nei quartieri di Verona grazie al rapporto tra comunità e contesto urbano. Partire dalle persone e dalla mappatura del territorio per cambiare dal basso i luoghi in cui si vive, e migliorare il benessere di individui e collettività con micro-interventi sociali e urbanistici. Parte con questo approccio il progetto pilota “La Fabbrica del Quartiere”, sostenuto da Fondazione Cariverona nel bando “Azioni di Comunità” che valorizza iniziative di welfare comunitario per avviare iniziative di rete tra pubblico e privato.

Il progetto è avviato a Borgo Roma dall’estate del 2021 grazie a di COCAI Aps, associazione di promozione sociale costituita da professionisti (architetti, urbanisti e ingegneri) che lavora sulla trasformazione, riqualificazione urbana e innovazione sociale in un’ottica di sostenibilità ambientale, innovazione sociale e cura dei beni comuni. Un modello riassunto nella citazione dal Re Lear di Shakespeare che campeggia sull’entrata: “Che cosa sono le città se non persone?” Presentata nella sede di via Bruto Poggiani, luogo di richiamo per la comunità di Borgo Roma, è un osservatorio ideale per intercettare domande e bisogni.

La presentazione della “Fabbrica del quartiere” a Borgo Roma
La mappatura del territorio è fra i temi chiave del progetto

Al lancio hanno partecipato i referenti dei partner del progetto: a COCAI si sono aggregati Energie Sociali, AGILE, Le Falie, Verona FabLab, Reverse, COSP Verona e il Comune, che era presente con il sindaco Sboarina, l’assessore Segala, e il presidente della Circoscrizione 5 Dilara. Inoltre Marta Cenzi di Fondazione Cariverona, Giulio Saturni (urbanista, presiede COCAI Aps), Chiara Castellani (Energie sociali), l’arch. Michele De Mori (Agile), l’ing. Francesco Avesani (che di COCAI è project manager) e Ilaria Andreasi, community manager de La Fabbrica del Quartiere.

Destinato in particolare a giovani e adulti tra i 16 e i 35 anni, il progetto ha una durata biennale ed è suddiviso in tre fasi. Il primo anno dedicato alla mappatura della comunità, conoscenza dettagliata del quartiere tramite proposte culturali, interviste e laboratori. Seconda fase è la “restituzione al territorio”, con microprogetti di rigenerazione urbana: è la fase più operativa, in cui si attiveranno i laboratori con iniziative culturali, corsi sul digitale, e laboratori artigianali. La terza fase, la più sfidante del progetto, darà avvio a un’impresa sociale per lanciare le attività della Fabbrica con i giovani formati.

Perché la scelta di Borgo Roma per avviare il progetto? Con i suoi 32 mila abitanti, è la zona di Verona, insieme alla ZAI, che sta vivendo una grande trasformazione urbana e si prepara a essere snodo fondamentale per la città futura, dalla riqualificazione degli ex Magazzini Generali all’ ex Manifattura Tabacchi. Ma in questo processo di rigenerazione non vuole dimenticare la partecipazione delle comunità. Un quartiere su cui l’Amministrazione ha scommesso ed investito molto, in cui coesistono realtà molto diverse, dalle aziende alla Fiera, dall’ospedale all’Università. Uno slogan come “Borgo Roma vista mare” comunica che si può esplorare il quartiere come turisti: senza preconcetti per immaginare il nuovo e creare il cambiamento.

La prima fase di mappatura, avviata in agosto, è un percorso di ricognizione del territorio e della comunità per evidenziare criticità, punti di forza e bisogni del quartiere. Si sono attivate iniziative e azioni di ascolto con interviste ai residenti e alle attività della zona, per diffondere la consapevolezza del territorio e richiamare tutti all’impegno per il progetto: un’indagine “umana”, concreta, dal basso, che parla soprattutto ai giovani. Sono più di 200 ad oggi le persone coinvolte in questa fase di lettura e ascolto, di cui 130 tra i più giovani.

Tra i vari interventi Marta Cenzi, responsabile delle Attività istituzionali di Fondazione Cariverona, ha sottolineato che “con il Bando Azioni di Comunità la Fondazione ha voluto accompagnare esperienze di welfare comunitario sostenendo percorsi di trasformazione e rinnovamento dell’offerta dei servizi e dei processi in ambito sociale. Diamo voce alla prossimità, alle relazioni di comunità, ai luoghi di vita che possono diventare occasione di incontro, scambio e crescita”, ha aggiunto. “Sollecitiamo dinamiche collaborative e partecipative, unendo pubblico e privato, welfare, cultura e formazione. La Fabbrica del Quartiere è una di queste esperienze che mette al centro del proprio agire le giovani generazioni, creando per loro e con loro occasioni di presenza, di partecipazione alla vita di quartiere, di azione creativa e occupazione degli spazi. Ci è sembrata una prospettiva capace di costruire valore per il territorio e per le comunità che lo abitano”.

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