Italian Wine Brands raddoppia il fatturato e investe in nuove acquisizioni e nell’autoproduzione di energia

Grande attenzione  domattina all’apertura di Piazza Affari per Italian Wine Brands, controllata dal gruppo scaligero Pizzolo, dopo la pubblicazione a fine settimana della semestrale con la prima risposta, positiva, degli operatori. Venerdì il titolo ha chiuso a 26 €/azione, con un più 6,26% rispetto alla chiusura precedente.

Al 30 giugno scorso, Italian Wine Brands ha praticamente raddoppiato i  ricavi delle vendite attestandosi a 179,6 milioni €: un aumento da ascriversi principalmente alle operazioni di M&A concluse negli ultimi 12 mesi.

La dinamica dei ricavi delle vendite per paese è caratterizzata sia dall’ulteriore rafforzamento del Gruppo sui mercati internazionali, dove sono stati realizzati circa Euro 145,5 milioni (+83,0% rispetto al 2021), sia da un maggiore presidio sul mercato domestico, con ricavi delle vendite pari a circa Euro 32,7 milioni (+67,2% rispetto al 2021).

I ricavi della divisione wholesale (vendita alle catene della Grande Distribuzione Organizzata e ai monopoli statali) hanno  registrato uno sviluppo sostenuto nel corso degli ultimi 3 anni, passando da Euro 37,3 milioni dei primi sei mesi del 2019 a Euro 127,2 milioni dei primi sei mesi del 2022. La crescita è da attribuirsi sia allo sviluppo organico legato alla crescita dei marchi proprietari del Gruppo sia all’acquisizione di altre società italiane operanti nel settore vinicolo.  

 I ricavi della divisione distance selling (vendita diretta ai privati) dopo la forte crescita registrata nel 2020 e nel 2021 si riposizionano sui valori del primo semestre 2019. Una più specifica analisi della dinamica dei ricavi di tale divisione indica tuttavia come, al netto di una sostanziale stabilità complessiva nel corso del tempo, il business sia stato progressivamente riposizionato con successo su canali e paesi che potranno assicurare un ulteriore sviluppo nel prossimo futuro. In particolare, è stato dato un forte impulso al fatturato e-commerce, passato da 5,6 milioni nel 2019 (17,1% del fatturato totale) a Euro 8,9 milioni nel 2022 (27,6% del totale) e si sono presidiati con successo i principali mercati esteri, con ricavi in aumento da Euro 18,6 milioni nel 2019 (57,2% del fatturato totale) a Euro 19,1 milioni nel 2022 (59,6% del 2022 del fatturato totale).

L’Inghilterra, con Euro 12,0 milioni di ricavi delle vendite, si conferma il primo mercato on-trade per il Gruppo, seguito da Stati Uniti (Euro 3,5 milioni) e Canada (Euro 1,0 milioni).

Sottolinea Alessandro Mutinelli, Presidente e AD: « Il Gruppo ha affrontato in modo compatto, determinato, lucido e flessibile questa fase di scarsità di materiali e di incremento dei costi. Anche in periodi recenti, come ad esempio nel 2018, abbiamo vissuto pressioni inflazionistiche, che nel breve termine avevano penalizzato i risultati economici. 

Non abbiamo smesso di investire: nello sviluppo della struttura commerciale e di marketing, vogliamo più clienti, raggiungere mercati nuovi e posizionare in maniera sempre più granulare i nostri brands. Stiamo investendo per razionalizzare la nostra capacità produttiva, al fine di ridurre i costi di produzione, negli impianti fotovoltaici, per renderci sempre più indipendenti e più rispettosi dell’ambiente. In un anno abbiamo raddoppiato le nostre dimensioni, accogliendo al nostro interno Enoitalia ed Enovation Brands e, con soddisfazione, posso affermare che l’integrazione sta procedendo come auspicato, apportando sinergie commerciali e produttive». 

Nel semestre in esame la marginalità operativa del Gruppo ha proseguito il suo trend di crescita a valori assoluti, con un Ebitda nel primo semestre 2022 pari a 14,3 milioni che si confronta con un Ebitda del primo semestre 2021 di 11,8 milioni (11,9% sui ricavi delle vendite) e di 10,7 milioni nel 2020.

La marginalità percentuale in termini di Ebitda sui Ricavi delle Vendite è tuttavia diminuita nel corso del primo semestre 2022 portandosi all’8,0% rispetto all’11,9% del primo semestre 2021. Tale andamento è da ascrivere per circa l’1,9% alla mutata fisionomia del Gruppo a valle delle operazioni di M&A e per circa il 2,0% alla maggiore incidenza dei costi delle materie prime, utenze e trasporti a seguito degli aumenti registrati a partire da settembre 2021 e non interamente ribaltati sui prezzi di vendita.

Fra i fattori di costo in crescita rispetto a un anno fa ci sono  uva, vini, mosti a seguito della vendemmia 2021 che ha fatto registrare prezzi mediamente più alti del 6-7% rispetto alla vendemmia 2020  (indicativamente +1,0%); materiali secchi e trasporti cresciuti progressivamente a partire da ottobre 2021 (+0,6%);  maggiore incidenza di costi per utenze cresciuti a partire da ottobre 2021 (+0,3%).

A partire da luglio 2022 sono state inoltre impostate nuove azioni negoziali nei confronti delle catene della grande distribuzione organizzata internazionale volte a recuperare ulteriormente le spinte inflattive sui materiali secchi, in particolare vetri e imballaggi. Parallelamente, le prime indicazioni sui risultati della vendemmia risultano sostanzialmente positive sia in termini di quantitativi prodotti che di qualità, sia in Italia che in Europa e lasciano quindi presagire una generalizzata distensione sugli approvvigionamenti. È ipotizzabile che tali dinamiche, a parità di altre condizioni, abbiano un effetto positivo sui margini aziendali nel corso dell’ultimo trimestre dell’anno e nel corso del 2023.

Per quanto riguarda i volumi di vendita, a partire da giugno 2022 il Gruppo IWB ha registrato un significativo aumento  degli ordinativi rispetto al medesimo periodo del 2021, con ricavi delle vendite nello stesso periodo superiori di circa il 5% rispetto all’esercizio precedente. Tali risultati sono stati ottenuti nonostante l’indisponibilità di alcuni vetri speciali che hanno determinato mancate consegne per il bimestre luglio / agosto pari a circa Euro 2,0 milioni.

IWB sta proseguendo i propri obiettivi di crescita dimensionale e di redditività attraverso ulteriori operazioni di acquisizione ed è tutt’oggi in stato avanzato di valutazione di possibili nuove opportunità di investimento in quote azionarie di altre aziende operanti nella produzione e distribuzione di prodotti vinicoli.

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