Il L.E.B. è diventato parte attiva di un progetto finanziato nell’ambito del programma Horizon Europe

(di Stefano Cucco) Il Consorzio irriguo L.E.B., ente di secondo grado della bonifica con sede a Cologna Veneta, che gestisce l’omonimo canale artificiale da cui dipende l’irrigazione di buona parte del territorio del Veneto, ha ora assunto una caratura internazionale. L’ente, infatti, è diventato parte attiva di un progetto finanziato, nell’ambito del programma Horizon Europe dell’Unione Europea, per quasi cinque milioni di euro. 

L’iniziativa ha come capofila l’Università di Wageningen nei Paesi Bassi che coinvolge, oltre al L.E.B., l’Università di Padova, il Consorzio di bonifica Delta del Po, gli atenei di Iasi in Romania e di Agricoltura a Tirana in Albania oltre a partner internazionali. 

“Si tratta di un’importante opportunità per il L.E.B.”, afferma soddisfatto Moreno Cavazza, presidente del canale artificiale. Ricordiamo che il canale L.E.B. svolge una funzione fondamentale per fornire acqua di qualità ad oltre 82mila ettari di campagne, grazie a 43 opere di derivazione. Il L.E.B. è nato per far fronte alle esigenze irrigue dei tre Consorzi di 1° grado che lo costituiscono Adige–Euganeo, Alta Pianura Veneta e Bacchiglione, attraverso la suddivisione proporzionale della risorsa idrica. Il Consorzio gestisce l’omonimo canale, principale arteria irrigua del Veneto, che si sviluppa su una lunghezza di 48 chilometri. 

Il Consorzio L.E.B. preleva acqua dal fiume Adige, a Belfiore e, nel suo percorso si dirama in un fitto sistema idraulico che alimenta, con acqua di qualità, le campagne delle province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia: 80 mila ettari di campagne vocate all’agricoltura di pregio. Il L.E.B. si articola in due tratti principali. Il primo tratto, realizzato tra il 1973 e il 1983, scorre all’aperto per 16,25 km, parte da Belfiore e arriva a Cologna Veneta rilasciando le acque sul fiume Guà. 

Il secondo tratto, completato nel 1993, è sotterraneo; parte da Cologna Veneta e prosegue per 27,7 km fino a Montegaldella, dove si riversa sul Bacchiglione. Vi è, poi, un terzo tratto, di 4 km circa, che sempre a Montegaldella, poco prima dello scarico in Bacchiglione, funge da opera di collegamento con gli scoli minori che servono l’area termale dei Colli Euganei.

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