(di Francesco Bovolin) Sulla burocrazia gli aforismi si sprecano. Per questo motivo non ne riporto alcuno ma vi invito ad andarli a leggere da internet, vi divertirete. Riso amaro.
L’ex ministro della Funzione Pubblica Sabino Cassese, poi giudice della Corte Costituzionale, si è cimentato scrivendo il libro Amministrare la nazione– La crisi della burocrazia e i suoi rimedi, nel quale conferma che il problema è fortemente sentito e che una soluzione va trovata. Andrebbe trovata, si potrebbe trovare, forse c’è, chissà…………..ma intanto tutti paghiamo il prezzo di questa bestia affamata che consuma energia e soffoca risorse.

E ora l’aneddotica odontoiatrica. Un breve racconto, per sottolineare l’assurdità di comportamenti burocraticamente ineccepibili ma offensivi per l’intelligenza.
Nel milanese una bimba di otto anni che frequenta la terza elementare s’è vista negare la facoltà di lavarsi i denti dopo il pasto nella mensa della scuola.
Oh poffarbacco! Come mai?
Riporto la motivazione ufficiale: “il divieto è da ricondursi alle direttive del decreto legislativo 81/2008 o Testo unico salute e sicurezza e che a tal proposito non vi è purtroppo proporzione tra il personale a disposizione per la vigilanza e la cura dell’igiene dei locali scolastici e il numero dei bambini a cui avrei dovere di garantire accesso a locali opportunamente igienizzati e/o al lavaggio dei denti”.

Stento a capire. Se i locali non sono sufficientemente igienizzati, come mai i bimbi possono frequentarli per lavarsi le mani prima di andare in mensa ad esempio, o dopo, ma non possono lavarsi i denti?

Eppure la mamma aveva presentato un documento del dentista il quale evidenziava che essendo portatrice di apparecchio ortodontico fisso, l’igiene della bocca rappresenta un necessario, importante complemento della terapia. La mamma ha anche cercato di alleggerire la situazione scaricando l’istituto da ogni responsabilità. Tempo perso: l’istituto richiede invece che la pulizia dei denti venga fatta da un famigliare che deve recarsi all’istituto scolastico. E ciò risolverebbe i problemi igienici? Mi sfugge.

Va semmai rilevato che nel 2014 il Ministero della Salute promosse un documento intitolato “Indicazioni per la promozione della salute orale nelle scuole secondarie” nel quale al contrario si invitavano tutti gli attori del sistema a promuovere, non a ostacolare, l’igiene orale.

Si è realizzato uno dei soliti contrasti tra burocrazia e buon senso. Non è questa la mentalità che un dirigente scolastico dovrebbe avere. Ma è evidente che anni di lavoro, di carriera, ore e ore passate a leggere pagine di stolta burocrazia, non possono non aver piegato i percorsi decisionali del dirigente della scuola viziandoli in conformità al diffuso costume di scrivere ciò che si deve fare indipendentemente dal fatto che sia utile, possibile e intelligente farlo.

Senza dimenticare che trasgredire, cioè uscire dai canali della burocrazia, espone sempre il temerario a ripercussioni legali infinite e dalle quali, burocrazia appunto imperante, mai potrà uscire vincitore. Quindi? Potrà la piccola andare a lavarsi i denti dopo aver mangiato? Forse si. Forse si se gli insegnanti e la dirigente fossero a loro volta edotti della necessità dell’igiene orale divenendo educatori dei bambini nel lavarsi i denti.
Rispettando l’igiene dei locali, ovviamente, che burocraticamente parlando, non guarda in faccia e in bocca a nessuno.