La nuova identità di Vecomp SpA: diventa Società Benefit e accresce l’impegno verso ambiente, persone e territorio

Un impegno costante e concreto negli anni per essere un’azienda sempre più sostenibile. E ora la scelta di modificare la stessa forma giuridica, per fare di valori e principi la propria nuova natura. È la decisione di Vecomp SpA, che si è trasformata in Società Benefit, una strada imboccata finora solo da poche centinaia di imprese italiane. L’azienda veronese, fondata nel 1981, è specializzata in soluzioni gestionali e tecnologie ICT per le imprese e gli studi professionali, con 60 dipendenti e un fatturato 2021 di quasi 6 milioni.

Una Società Benefit si colloca giuridicamente a metà fra società tradizionali e no profit, che reinvestono integralmente gli utili nell’attività svolta, senza distribuirli. La SB invece non rinuncia a utili e sviluppo, ma ha lo scopo di ottenere un impatto sociale positivo collegato agli obiettivi SDG dell’Onu per Agenda 2030. È una forma di impresa introdotta in Italia (per prima in Europa) per favorire interventi verso persone e società, ambiente, cultura e territorio. Per garantire elevati standard di responsabilità e trasparenza, l’attività è inoltre verificata nel Report di Sostenibilità, che fa da bilancio e linea guida per ulteriori sviluppi.

“La trasformazione in Società Benefit è insieme un traguardo e una partenza: dopo anni di impegno, oggi riconosciamo il nostro come un percorso sostenibile”, sottolinea Massimo Sbardelaro, presidente di Vecomp SpA. “È giunto il momento di dare a questo impegno un’identità formale, che ci spinge a sviluppare, verificare e rendicontare ciò che facciamo da sempre. Ed è una scelta naturale, che racchiude i nostri comportamenti, la visione e gli scopi. Stiamo già riadattando l’organizzazione stessa a questa evoluzione, perché essere sostenibili significa coinvolgere davvero tutta l’azienda in ogni attività”.

Massimo Sbardelaro, presidente di Vecomp SpA Società Benefit
Vecomp sostiene anche l’associazione di volontariato Fevoss

Vecomp ha inserito nello statuto numerosi impegni comuni agli obiettivi dell’Onu. In testa promuovere tra le Pmi e gli studi professionali sviluppo e innovazione, così che le persone acquisiscano competenze, autonomia e consapevolezza nella trasformazione digitale dei processi aziendali. Iniziative che confermano come le scelte sostenibili non frenano uno sviluppo del business, anzi lo rafforzano: un’informatica dal volto e dai risvolti più “umani” soddisfa le aspettative dei clienti mentre migliora la vita dei loro stessi dipendenti.

Un altro passaggio è stimolare la cultura d’impresa con eventi e seminari, per favorire la crescita delle persone e fare impresa in modo virtuoso. Grazie al ciclo “Open – Aprire la mente per sviluppare nuove idee”, Vecomp ha proposto dal 2019 a oggi oltre 40 incontri sui temi dell’innovazione, dell’organizzazione delle imprese e del benessere lavorativo, affrontando con noti relatori la geopolitica, il mercato del lavoro e la digitalizzazione del Paese. Lo spazio convegni della sua Academy è a disposizione gratuitamente di tutti per ospitare eventi e incontri professionali, formativi, culturali e per studenti.

Promuove poi l’apprendimento e l’istruzione dei giovani, per ridurre il gap scuola-lavoro, accrescere le loro competenze professionali e favorire occupazione, lavoro dignitoso e imprenditorialità. “Abbiamo ospitato tre progetti di stage e alternanza scuola-lavoro con intere classi di studenti delle superiori che hanno fatto lezione nella nostra sede”, spiega Francesco Masini, responsabile comunicazione e referente del progetto. “Abbiamo poi un dialogo costante con l’Università di Verona e collaboriamo con le associazioni e gli ordini professionali per sviluppare iniziative mirate. Se vogliamo che gli studenti si appassionino al lavoro, è fondamentale che entrino nelle aziende e vengano coinvolti nella visione d’impresa: naturalmente devono vedere che cosa fare, ma innanzitutto il perché farlo”.

Tra le attività c’è generare valore per la società e il territorio per le categorie fragili, povere e vulnerabili. Inoltre per i dipendenti Vecomp promuove la conciliazione tra vita e lavoro (ricevendo, finora unica azienda veronese, il certificato Family Audit) e la parità di genere, oltre a valorizzare il potenziale delle persone per incentivare la produttività e sviluppare il benessere. Sul versante sostenibilità (prima impresa europea del settore ICT) ha concluso nel 2020 un processo di certificazione per l’impatto sul sociale, l’ambiente e la governance, e si avvia a renderlo stabile per il futuro. A Verona infine ha donato il proprio contributo a sostegno del progetto dedicato alle “67 colonne per l’Arena”.

Vecomp è quindi già da tempo una Società Benefit: lo conferma anche l’impegno per la formazione continua del proprio personale, con migliaia di ore di approfondimento anche sulle soft skills. All’inizio della pandemia, poi, l’azienda è passata allo smart working per tutti nel giro di pochi giorni, con vantaggi in termini di sicurezza e di flessibilità. “Ora però vorrei superare lo smart working come unica modalità di lavoro flessibile. Lo abbiamo utilizzato quando la pandemia ci ha costretti tutti a casa, ma stiamo già sperimentando altre forme di conciliazione vita privata-lavoro: orari flessibili, ferie in armonia, lavoro per obiettivi. Siamo un cantiere continuo”, conclude Sbardelaro, “per far sì che il lavoro diventi un’occasione di realizzazione della persona, non solo un’attività da incastrare”.

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