Il dato politico rilevante non sono gli attacchi scontati della sinistra a Calderoli, impegnato nella realizzazione dell’autonomia differenziata, ma l’appoggio che gli ha espresso il suo collega Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e autorevole esponente di Fratelli d’Italia. A parte l’adesione formale all’autonomia differenziata contenuta nel programma elettorale della coalizione di destra-centro, il partito della Meloni era sempre stato piuttosto freddo sul progetto autonomista tanto caro alla Lega e soprattutto al Veneto di Zaia. Invece di fronte agli attacchi della sinistra, notoriamente ostile all’autonomia, ieri Lollobrigida, a margine di un incontro sulle elezioni del Lazio, ha dichiarato: ”Credo che si faccia il proprio dovere di accelerare processi in linea non solo col programma di centrodestra, ma anche con le enunciazioni di tante forze che non fanno parte del centrodestra e sulle quali si sono fatte tante chiacchiere. È un governo efficiente che dice una cosa, prova a farla e magari poi ci riesce anche”.
Un fatto importante che pare superare la logica, fin qui seguita da FdI, di condizionare l’autonomia differenziata alla riforma della Costituzione in senso presidenzialista e che potrebbe segnare un’accelerazione nella concessione al Veneto ed alle regioni che le hanno chieste (Lombardia ed Emilia-Romagna) di quelle ‘particolari forme di autonomia’ previste dalla carta fondamentale della Rpubblica.

Calderoli s’è stufato delle continue critiche provenienti dalla sinistra. “Adesso basta con gli attacchi che sfociano in offese e anche di peggio. Sono stato paziente per settimane – ha detto- ma adesso si è passato il limite, sono stanco di leggere sui quotidiani Il Mattino o il Messaggero frasi tipo lo ‘spacca Italia’. Io da ministro ho giurato sulla Costituzione, che sancisce l’unità nazionale, per cui scrivere che voglio spaccare l’Italia significa darmi dello spergiuro.”
“Ricordo poi che io sono il ministro per le Regioni, di tutte le Regioni italiane, non di alcune sì e altre no”.

Francesco Boccia, senatore del Pd e già ministro delle Regioni sosiene che “parlare di autonomia differenziata senza mai dire preventivamente quante e quali risorse saranno destinate al Sud sarebbe l’ennesima presa in giro al Mezzogiorno”.

Quindi, prima vanno definiti i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) su scuola, sanità, assistenza e trasporto, ma farlo con un Dpcm è inaccettabile.”È evidente – aggiunge – che questo improvviso attivismo di Calderoli è ad uso e consumo della campagna elettorale per le regionali in Lombardia, mi auguro che i compagni di maggioranza del Mezzogiorno di Calderoli sappiano farsi valere, invece di essere conniventi con una riforma che spaccherebbe il Paese in due, a danno del sud”.