La tragedia del Vajont va in scena in 100 teatri italiani. Paolini: “60 anni dopo dobbiamo ricordare e riflettere”

Vajont: anche per le Nazioni Unite la strage di Longarone fu un disastro evitabile. A 60 anni dalla tragedia e a 30 da “Il racconto del Vajont” di Marco Paolini e Gabriele Vacis, lunedì 9 ottobre, nella ricorrenza dell’ondata maledetta, in contemporanea in tutta Italia va in scena “VajontS 23”, azione corale di teatro civile. Oltre 100 fra teatri e altri spazi proporranno “racconti di acqua e futuro” per riflettere e per non dimenticare. Il progetto, curato per “La fabbrica del mondo” da Marco Paolini in collaborazione con Marco Martinelli, è realizzato da Jolefilm con Fondazione Vajont.

Lunedì 9 la tragedia al Nuovo e al Teatro della parrocchia Sacro Cuore

Sono due le rappresentazioni previste anche a Verona la sera del 9 ottobre. La prima è al Teatro Nuovo alle 21, a ingresso libero. La messa in scena è di R.S.V.P. (Rete Professionisti Spettacolo per Verona), che ha risposto con entusiasmo e impegno alla proposta del progetto, curato per “La fabbrica del mondo” dallo stesso Paolini con Marco Martinelli e realizzato da Jolefilm con Fondazione Vajont.

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Muri crollati, case e vite distrutte: dopo il passaggio dell’onda a Longarone sopravvive solo il campanile

La seconda sarà lunedì 9 alle 20.45 nel teatro Parrocchia del Sacro Cuore in Piazza Donatori di Sangue 1 a Verona, sempre con ingresso gratuito. L’invito è stato raccolto da Seconda Circoscrizione, da Lions Club Verona Arena e Limes Club Verona. Tre gli attori in scena: Enrico Frigo, Francesco Corcioni e Marco Mamoli. In questo caso l’evento è incluso nella rassegna di incontri “L’Uomo e il suo tempo”, percorso tra le molteplici dimensioni dell’uomo e la sua interazione con un mondo che cambia. Nell’occasione, sottolineano gli organizzatori, “la storia di quel che è accaduto si moltiplica in un coro di tanti racconti per richiamare l’attenzione anche su quel che potrebbe accadere in futuro”.

Tornando al Teatro Nuovo, R.S.V.P. a poco più di un anno dalla costituzione presenta una messa in scena artistica collettiva con professionisti del teatro e della danza veronesi che per la prima volta nella storia del teatro veronese hanno risposto compatti alla chiamata di Marco Paolini collaborando alla realizzazione di una performance corale. La Rete è formata da Arte3, Associazione Culturale Mitmacher, Babilonia Teatri, Bam! Bam! Teatro, Casa Shakespeare, ErsiliaDanza, Fondazione AIDA, Fondazione Atlantide – Teatro Stabile di Verona, Fucina Culturale Machiavelli, Ippogrifo Produzioni, Modus, Punto in movimento, Teatro Scientifico e Zebra Cultural Zoo.

La diga del Vajont in una foto che risale a 18 mesi prima della frana del Monte Toc
La diga del Vajont 18 mesi prima della frana del Monte Toc

“La storia della valle del Vajont è la nostra storia di oggi. Chi l’ascolta sente che si sta parlando di noi. Chi la racconta rischia di passare per Cassandra, profetessa di tragedie future. Inutile e controproducente”, sottolinea Marco Paolini, “evocare oscure minacce, catastrofismi e apocalissi, e altrettanto inutile narrare per indicare le colpe e puntare il dito sulle responsabilità. Oggi dobbiamo raccontare per imparare dagli errori ed evitare di ripeterli, per riconoscere in tempo i rischi della natura e prevenire i disastri. È più urgente narrare gli errori, che sono un comune denominatore del nostro agire”.

Un'immagine di distruzione scattata a Longarone nei giorni successivi alla tragedia
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