Le architetture musicali di J.S. Bach diventano una danza. Sabato 4 al Ristori in scena tradizione e sperimentazione

Il genio di Bach sposa la danza contemporanea. Sabato 4 febbraio alle 20 la rassegna di danza del Teatro Ristori riprende con Calling Bach (un progetto speciale in cui danza e musica si uniscono in un rapporto di reciproca amplificazione e che mescola tradizione e sperimentazione) in prima assoluta. I ballerini danzano sulle coreografie di Camilla Monga che modellano la musica dal vivo di Cesare Picco, pianista improvvisatore, clavicembalista, compositore e scrittore ma anche autore di balletti, opere liriche, musica per il teatro.

In Calling Bach Picco disegna, attraverso il suono del pianoforte elaborato in tempo reale dalle macchine del sound designer giapponese Taketo Gohara, un possibile futuro, con il desiderio di riconnettersi con le voci e gli “spiriti” che Bach ha donato al mondo. Calling Bach è una nuova produzione con la MM Contemporary Dance Company diretta dal coreografo Michele Merola e già vincitrice del premio Danza&Danza come migliore compagnia emergente. Oggi è una realtà di eccellenza della danza italiana.

Johann Sebastian Bach ha catalogato e riunito in un preciso codice tutte le voci del nostro mondo. Di fatto ha disegnato una mappa posta alla base della musica occidentale e i compositori a lui successivi hanno trovato la strada per altri suoni e altri mondi percorrendo il sentiero aperto dal genio tedesco. La coreografia di Camilla Monga, su cui danzano i ballerini Alice Ruspaggiari, Giuseppe Villarosa e Nicola Stasi è concepita come un varco temporale in cui qualsiasi cambiamento o evoluzione riconduce sempre al punto di partenza e il corpo sembra essere imprigionato in un eterno presente. Il movimento dei danzatori è un gioco di specchi, un riflesso in continuo cambiamento.

A seguire il programma prevede l’opera astratta e non narrativa “Brutal Love Poems”, in cui la risonanza dei movimenti echeggia e si combina per formare un tutto. Gli interpreti Matilde Gherardi, Alice Ruspaggiari, Giuseppe Villarosa e Nicola Stasi danzano sulla musica di Jim Pinchen e la coreografia di Thomas Noone: intrattengono, provocano e seducono il pubblico mettendo in scena ciò che di più “selvaggio” nascondiamo dentro di noi e andiamo rivelando nei momenti più intimi. Crudo e dinamico (“Ti amo così tanto da star male. Spero che anche tu soffra quanto me…”), Brutal Love Poems esplora il nostro essere primordiale, terribile e brutale, che si manifesta solo a quanti amiamo e abbiamo vicino.

“Mettere le mani sul genio di Bach è una sfida”, spiega Cesare Picco. “Bach è ovunque, in ognuno di noi, inconsapevolmente. Come i pesci immersi nell’acqua senza saperlo, respiriamo Bach in qualunque partitura e la sua musica è la nostra acqua. Lui ha riunito in un codice tutte le voci del nostro universo, in questa parte di mondo, e nessuno ne può più prescindere”. “Calling Bach non è solo uno spettacolo dal titolo evocativo. E’ anche una forma di concerto in cui la danza ha un dialogo totalmente alla pari con la musica dal vivo”, aggiunge Camilla Monga. “Di Bach propongo un’interpretazione molto personale, lavorando sulle composizioni di Picco. Il mio compito è trasporre in danza le emozioni che la musica evoca e che sono già una drammaturgia per la danza: individuano l’atmosfera musicale e narrativa di ciò che si porta in scena”.

Dopo Calling Bach e Brutal Love Poems, la rassegna di danza prosegue sabato 11 febbraio con il ritorno della compagnia canadese Machine du Cirque con lo spettacolo La Galeriè. A chiudere, mercoledì 22 febbraio, i Mummenschanz, con il nuovo progetto 50 years: tra le compagnie più famose al mondo, è soprannominata “Les musiciens du silence”. Info sul sito www.teatroristori.org. Biglietteria del Teatro (045 6930001) martedì, giovedì e venerdì 16 – 19 e mercoledì 10-12.30. Email biglietteria@teatroristori.org. Box Office (Via Pallone, 16 – 045 8011154) lunedì-venerdì 9.30-12.30 e 15.30-19.00, il sabato 9.30-12.30.

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