Le consigliere ucraine profughe a Verona chiamate a Roma per far parte di un ‘governo provvisorio’

Da Verona a Roma per costituire un ‘governo’ ucraino in esilio. Il gruppo delle consigliere comunali di Kharkiv, arrivato in città sabato sera, è stato chiamato d’urgenza dall’Ambasciata, che ha sede nella capitale, per avviare un tavolo di lavoro con i politici in fuga dalla guerra e per gestire gli aiuti assieme alla Fao. Le consigliere, arrivate assieme ai figli, sono ripartite quindi per Roma, dove il nuovo gruppo di lavoro avrebbe sede. È stata l’Ambasciata ad organizzare il trasporto in tutta velocità e a chiedere che Verona diventi centro operativo per il nuovo ‘governo’ e il punto di prima accoglienza per l’eventuale arrivo di nuovi amministratori ucraini. L’Amministrazione comunale aveva già individuato alcuni appartamenti dove le donne con i loro bimbi avrebbero potuto rimanere, ma la telefonata ha avuto la priorità assoluta. A capo del gruppo Olena Sereda, dello staff del sindaco di Kharkiv. A fare da collante la vicepresidente dell’associazione “Malve di Ucraina”, Marina Sorina, ‘ambasciatrice’ della prima richiesta di aiuto. La scorsa settimana a Kharkiv, il sindaco e la vicesindaco, intuendo l’imminente bombardamento della città, avevano spedito una delegazione di amministratrici donne, con al seguito i propri figli, verso Leopoli. Da lì il gruppo avrebbe dovuto coordinare gli aiuti verso la loro città. Ma il piano era naufragato perché una volta giunto a Leopoli il gruppo non era al sicuro. Il mezzo si era quindi rimesso in viaggio e durante la fuga era iniziato il tam tam di telefonate per cercare ospitalità. Ad offrirgliela, il sindaco Federico Sboarina che aveva garantito l’accoglienza al gruppo. Arrivata a Verona alle 21.30 di sabato 12 marzo, la delegazione si era sottoposta a tampone per poi essere trasportata a destinazione. Alcune donne erano all’Ostello Santa Chiara con i ragazzi più grandi, una mamma con due bimbi piccoli in un albergo.

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