Le prime decisioni del nuovo Ministro della Salute segnano la discontinuità con Speranza e indicano la strada che vuole seguire

A pochi giorni dal suo insediamento si comincia a capire la linea del nuovo Ministro della Salute Orazio Schillaci. Dalle prime decisioni si deduce la volontà di uscire dalla pandemia attraverso dei provvedimenti che, da una lato riconciliano le posizioni che avevano diviso gli italiani e il personale sanitario, e dall’altro mantengono l’obbligo della mascherina nelle strutture sanitarie.
C’è da precisare che a contestare la campagna vaccinale è stata solo una piccola parte della popolazione. Ancora più esigua fra il personale sanitario. Ma la decisione del reintegro dei sospesi risponde a due esigenze collettive: quella di riconciliare e quella di utilizzare tutto il personale sanitario disponibile per sopperire alla mancanza di medici, infermieri e operatori socio sanitari.
Ciò non significa che il Ministro avvalli le teorie no-vax. Tutt’altro. Da uomo di scienza Schillaci, che è docente di medicina nucleare, conferma la validità dei vaccini che hanno il merito di aver depotenziato il Covid e che ci permettono oggi di affrontarlo con più serenità rispetto a quand’era qualcosa di sconosciuto e provocava morti a grappolo. Se oggi la situazione è diversa lo dobbiamo, pur con tutti i limiti, ai vaccini.
Basta però col bollettino giornaliero. Non serve più. L’importante è che i dati siano esaminati e monitorati dalle autorità sanitarie.

Ma la sanità non è solo Covid.
Il Servizio Sanitario Nazionale soffre della carenza di personale. Schillaci, che è Rettore di un’Università (Tor Vergata), glissa sul numero chiuso a Medicina e concentra l’attenzione più sulle scuole di specializzazione che fanno da imbuto per l’assunzione dei nuovi medici. Ma sarà un problema che comunque gli si presenterà.
Pensa intanto alle retribuzioni dei medici, che non sono adeguate al loro lavoro e alla loro responsabilità, specie per quel che riguarda certi reparti come i Pronto Soccorso. E punta il dito sul fenomeno delle cooperative che forniscono, laddove gli ospedali hanno carenza di personale, i medici mancanti, che però vengono pagati da 2 a 5 volte tanto i medici dipendenti. E questo non è giusto, anche se risponde alle leggi del mercato.
Il sistema sanitario italiano è sempre stato considerato uno dei migliori del mondo e bisogna che continui a esserlo. Ma bisogna finanziarlo di più. Speriamo che Schillaci convinca la Meloni e Giorgetti a destinare più risorse alla sanità, perché quelle destinate finora sono insufficienti. Spendere solo il 6,4% del Pil, contro il 9,9 della Germania, è decisamente troppo poco.

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail