Le sliding doors delle amministrative: Borchia sfida Tosi: sei candidato per il centrosinistra. Bertucco: renziani di lotta e di cemento

(aggiornato) L’Adige lo aveva anticipato per primo nei giorni scorsi (qui), Federico Vantini, renziano, già sindaco di San Giovanni Lupatoto si candida con Flavio Tosi. Oggi la presentazione ufficiale della candidatura al Corsini dietro Palazzo Barbieri con tanto di onorevole Davide Bendinelli, già enfant prodige di Forza Italia, ora di Italia Viva e sindaco riconfermato di Garda. La foto li ritrae insieme, al termine della conferenza stampa. Un occhiolino strizzato all’elettorato moderato di centrosinistra, per Flavio Tosi, cui è arrivata praticamente in tempo reale la polemica di Paolo Borchia, europarlamentare della Lega: «Prendiamo atto che da oggi a Verona il centrosinistra esprime ufficialmente due candidati sindaci. Tosi, che si dichiara grottescamente di centrodestra, ha imbarcato Federico Vantini, pupillo di Renzi. Tosi dal 2015 si schiera sempre contro il governatore del Veneto, Luca Zaia: nelle regionali del ’15; nel 2016 quando Tosi fu frontman di Renzi al referendum istituzionale; nel ballottaggio del ’17 col tentativo di accordo col Pd. Tutti personalismi contro Verona e il centrodestra che i veronesi hanno sonoramente bocciato. Valori, aspettative ed elettorato di centrodestra non sono merce di scambio».

Anche Michele Bertucco (coalizione per Tommasi sindaco) sottolinea al riguardo che: «Dopo averci spiegato per anni quale fosse la vera “sinistra riformista” i renziani veronesi alla fine trovano posto nella forza politica più conservatrice del centrodestra veronese, attualmente impegnata a far dimenticare ai veronesi i 10 anni sprecati alla rincorsa di cimiteri verticali, trafori, lottizzazione delle aziende partecipate. Basteranno 5 anni di opposizione per riabilitare la figura di Tosi? Una cosa è sicura: ai renziani che hanno cambiato casacca non mancheranno le asfaltature visto che Tosi non comprende altra logica che quella del cemento e dell’asfalto».

In serata la risposta della Lista Tosi: «“Le dichiarazioni di Borchia sono surreali e grossolanamente strumentali. Borchia non è credibile dal momento che l’unico partito sposato con la sinistra, dal 2018, è il suo, alleato prima con i 5 Stelle nel Governo Conte e oggi al Governo con gli stessi grillini, il PD e Renzi e il comunista Speranza. La Lista Tosi non è un partito politico, ma una lista civica che ha al suo interno molti esponenti storicamente di destra e di centrodestra che non accettano lezioni. Accanto a loro in questi anni abbiamo accolto autorevoli esponenti del mondo civico, professionisti e imprenditori, con nessuna appartenenza ideologica o partitica. Borchia, inoltre, dimentica o finge di dimenticare che alle politiche del 2018 e alle ultime Regionali Tosi si è alleato con la coalizione di centrodestra di Zaia, che tutt’oggi sostiene convintamente in Regione Veneto.
Capiamo invece le difficoltà in casa Lega:  molti elettori della Lega sostengono Tosi, imbarazzati dalla scelta del loro partito  di appoggiare Sboarina per qualche carega in più”.

Nel frattempo, lo sliding doors delle elezioni 2022 ha visto oggi la presentazione dell’ex capogruppo della Lista Tosi in Consiglio comunale Massimo Piubello (al centro fra Daniele Polato e Ciro Maschio): «Non è una decisione singola, ma del gruppo Progetto Nazionale. In questi anni abbiamo preso mandati importanti a Verona, Vicenza e Lombardia verso e dentro il partito di Giorgia Meloni; anche a Verona al di là della coerenza è una scelta naturale. Questo è lo schieramento di centrodestra e siamo dentro la nostra famiglia politica. Daremo grande attenzione ai quartieri, dato che la nostra provenienza è popolare. Immaginiamo un “assessore alla città” per ridare vita con un’unica opportunità di servizi ».

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