L’escalation della violenza a Verona impone un cambio di marcia. I ‘comitatoni’ non bastano più

(pd) E’ un’escalation. A Verona gli episodi che si stanno susseguendo da alcuni mesi parlano da soli.
Gli ultimi in ordine di tempo, l’aggressione agli agenti in Stazione da parte di un gruppo di stranieri e il cittadino marocchino in preda all’alcol e alla droga che in piazza Bra si é ribellato ai poliziotti, dimostrano che le autorità stanno perdendo il controllo del territorio.

Ed era da immaginarselo che sarebbe finita così. Sono troppi gli stranieri senza arte né parte che si trovano a vivere in Italia spacciando droga, rapinando e rubando. Quando non fanno anche di peggio. Ciò non significa ovviamente che tutti gli immigrati siano dei delinquenti, ma che una parte rilevante dei delinquenti siano immigrati è un dato statistico innegabile. 

Hanno cominciato piano piano e poi, a mano a mano che sono cresciuti in numero e si sono organizzati, si sono allargati, hanno preso possesso di alcune zone della città, come il piazzale della Stazione, e adesso vogliono far capire che lì comandano loro. Il messaggio che hanno voluto mandare con l’aggressione di giovedì scorso è chiaro: la Polizia deve stare attenta e deve fare i conti con noi.

Non parliamo poi dei veronesi. Quando passano in certe posti devono stare attenti a come si comportano, a non guardarli in faccia per non provocare reazioni, a non permettersi di dire niente se li vedono fare i loro bisogni per strada o buttano per terra lattine di bevande, altrimenti rischiano di prendere un sacco di botte. Se va bene. Perché in tasca spesso ci può essere pronto un coltello.
Andando avanti così il destino è segnato. L’escalation continuerà e avremo sempre meno il controllo della nostra città.

Come reagisce lo Stato? Il copione si ripete. Domani in Prefettura si riunirà il solito comitatone per l’ordine e la sicurezza, cui seguirà la solita sceneggiata con un servizio che si concluderà con la denuncia di quattro o cinque persone per detenzione di stupefacenti, il controllo di una cinquantina o più di automezzi e l’identificazione di poveri e ignari viaggiatori, cui seguirà la solita conferenza stampa con la quale Prefetto e Questore diranno che il fenomeno è sotto controllo. Ma la cronaca si incarica di confermare che non è proprio così.

Le stazioni, per esempio, e quindi anche quella di Porta Nuova, sono sotto il controllo della Polizia ferroviaria che però non ha turni di ventiquattr’ore come la radiomobile dei Carabinieri o le Volanti della Polizia. La Polfer copre in genere dalle 8 alle 19. E la domenica le stazioni di seconda fascia, come Verona, non sono coperte.

Notoria è la circostanza che la zona sia frequentata da anni da stranieri dediti al piccolo spaccio di stupefacenti. Ma nonostante anni di denunce le autorità preposte non riescono ad estirpare quello che è un piccolo fenomeno delinquenziale. Perché la spiegazione è che si tratta di questo, mica della mafia o delle Brigate Rosse!

Non ci sono abbastanza uomini delle Forze dell’Ordine? Che vengano arruolati! Non ci sono i soldi per pagarli? Si usino quelli – che non mancano mai – accantonati per mantenere gli immigrati. E poi gli agenti devono essere messi nelle condizioni di agire, e soprattutto dopo aver agito devono essere coperti dallo Stato, non mollati. E poi c’è anche l’Esercito.

Un governo di destra-centro dovrebbe essere particolarmente sensibile alla sicurezza. Non ci dovrebbero essere problemi. Anche perché a rappresentare la situazione della città ai massimi livelli politici c’è una bella pattuglia di parlamentari veronesi. L’unica cosa da non fare è continuare a far finta che tutto vada bene.

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