L’indignazione della sinistra per le affermazioni di Piantedosi e Feltri. Ma che cos’hanno detto di così strano?

(pd) La sinistra era già indignata per l’affermazione del ministro degli Interni Piantedosi, che all’indomani del naufragio sulle rive della Calabria aveva detto: «La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vita dei propri figli».
Adesso l’indignazione raddoppia perché Vittorio Feltri ha scritto un tweet ‘politicamente scorretto’. Sulla tragedia dei migranti ha scritto: «Agli extracomunitari ricordo un vecchio detto italiano: partire è un po’ morire. State a casa vostra». Subito è scattata la risposta dell’europarlamentare del Pd, Pina Picierno: «Segnalo alla Presidente Giorgia Meloni che questo tweet indegno é di un suo eletto in regione Lombardia. Sconcerto e vergogna». 
La nuova segretaria del Pd Elly Schlein ha chiesto addirittura le dimissioni del ministro. Adesso non tarderà ad arrivare la richiesta di quelle di Feltri dalla sua carica di consigliere regionale della Lombardia appena eletto.
Ma leggiamo bene quello che hanno detto i due esponenti della destra. Quella del ministro non è stata altro che una considerazione di buonsenso, che farebbe qualsiasi genitore dotato di un minimo di responsabilità. Tutti sanno quanto siano rischiosi i viaggi dei migranti verso l’Europa, dei quali, nell’ordine, il naufragio è solo l’ultimo pericolo oltre al  freddo, alla fame, alle malattie, e agli attraversamenti clandestini delle frontiere. Per quanto dei genitori possano essere disperati, ragiona il ministro, i rischi cui sottopongono i loro bambini dovrebbero indurli a rinunciare. Per il bene dei loro figli. Che cosa c’è di così strano? Perché indignarsi?
Più diretto Feltri. E’ nel suo stile. Ma quanta verità c’è nelle sue parole! Se il ‘morire’ del proverbio è più che altro psicologico, nel caso dei migranti è un pericolo reale. Di qui l’esortazione: «State a casa vostra».
Beh, che cosa c’è di strano?
Le guerre e le difficoltà che spingono i migranti ad abbandonare la loro casa le abbiamo vissute anche noi italiani. Bombardamenti  e distruzioni col loro seguito di fame e disgrazie hanno imperversato anche dalle nostre parti. Ma nessuno dei nostri padri, nonni o bisnonni s’è sognato di prender su moglie e figli per espatriare di nascosto per rifugiarsi magari in Svizzera, che dalle guerre è sempre stata risparmiata. Sono sempre rimasti a casa loro, cioè nostra, a soffrire, a presidiare il territorio, a salvare quello che si poteva salvare, anche combattendo e morendo, per poi ricostruire sulle macerie. Invece loro abbandonano tutto e vengono qui. Anche rischiando la vita dei loro bambini. Sarà anche per questo che siamo diversi.

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail