L’ombra dell’astensione sulle elezioni del 12 giugno. Ma non siamo più ai tempi di Don Camillo e Peppone

(di Paolo Danieli) A mano a mano che si avvicina il 12 giugno la prospettiva che l’astensione possa falsare il risultato delle elezioni diventa sempre più presente. Anche Salvini, oggi in città per confermare l’appoggio a Sboarina, ha espresso il forte timore che la stagione e il caldo possano spingere molti elettori ad andare al lago invece che al seggio. Non parliamo poi se si dovesse andare al ballottaggio. Il 26 giugno sarebbe anche peggio. 

Nel 2017, quando Sboarina vinse il 25 giugno, i veronesi che andarono a votare furono solo il 42%. Il che non è una bella cosa per la democrazia, che per essere veramente rappresentativa dovrebbe essere l’espressione della volontà di quanti più elettori possibile. 

Ma l’Italia è uno strano paese. Si sa che gli italiani subiscono irrefrenabile l’attrazione della vacanza, ma si continua a fare le elezioni in primavera/estate anziché in inverno, quando è più facile che la gente resti a casa. In tutti gli altri stati si volta in qualsiasi periodo dell’anno. Da noi no. Salvini, malizioso, ma, come diceva quella vecchia volpe di Andreotti ‘a pensar male si fa peccato, ma di solito ci si azzecca’, oggi l’ha buttata lì: vuoi vedere che hanno scelto il 12 giugno per boicottare in referendum? Mah, potrebbe anche essere.

Ma a noi veronesi interessa Verona. E a noi del centrodestra interessa che vinca Sboarina, magari al primo turno. Anche perché molti temono che il 26 giugno siano pochi ad andare a votare, cosa che secondo loro penalizzerebbe più il centrodestra che il centrosinistra. Ma non è così. Tranquilli!

La leggenda che i ‘compagni’ vanno a votare compatti mentre i borghesi del centrodestra vanno in vacanza è un retaggio di un passato che non c’è più. Era così ai tempi di Don Camillo e Peppone, quando i proletari erano irregimentati nella Cgil e nel Pci. Ma oggi non c’è più differenza fra i due schieramenti. La composizione sociale della destra e della sinistra è pressoché identica. Anzi, a ben guardare anche quello che succede a Verona, la sinistra prende più voti in centro e il BorgoTrento, zone ‘borghesi’, mentre la destra ha più consensi nelle periferie ‘proletarie’. Quindi nessun timore. Il centrodestra vincerà anche contro l’astensione. 

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