L’orchestrina della politica veronese balla sul Titanic delle ex Municipalizzate

(di Bulldog) Delle due, l’una: o se ne discute in Consiglio comunale prima di prendere una decisione, oppure si aprono i bandi per le nuove nomine. E il Consiglio si adegua, volente o nolente. L’affaire Agsm-Compago, o Tommasi-Casali se preferite, si arricchisce dell’ennesima puntata politica. I cui contenuti sono però davvero imbarazzanti. Questa la puntata odierna.

Il sindaco Damiano Tommasi ha inviato oggi agli amministratori di Agsm- Aim la richiesta di sospendere la convocazione del Consiglio di Amministrazione previsto per il 28 novembre e di posticiparlo a data successiva. Ciò, anche in virtù dell’assemblea dei soci convocata per il 7 dicembre, il cui ordine del giorno prevede la revoca dall’incarico del presidente di Agsm-Aim Stefano Casali e della consigliera di amministrazione Francesca Vanzo per venir meno del rapporto fiduciario con il socio di maggioranza Comune di Verona. In vista dell’eventuale revoca, oggi sono stati aperti i termini per la presentazione delle candidature per la nomina di due membri nel Consiglio di Amministrazione della società AGSM AIM SpA, con scadenza alle ore 13 del 2 dicembre. In mattinata, inoltre, il sindaco ha risposto alla richiesta di incontro pervenuta nei giorni scorsi dagli amministratori vicentini di Agsm-Aim e dal collegio sindacale, motivando l’impossibilità di darne seguito per l’assenza di elementi concreti e della serenità e fiducia necessari per svolgere un’attenta analisi dei fatti e assumere decisioni concordi e coerenti.

Ma in giornata Alberto Bozza, Forza Italia, aveva sottolineato come si ritenesse: «Soddisfatto che il Sindaco Tommasi abbia accolto la mia sollecitazione di discutere della vicenda Compago in Consiglio comunale e di portarla anche alla riunione dei capigruppo di lunedì. La seduta di ieri è solamente un primo passo, ora la questione dovrà essere sviscerata anche in commissione se necessario e attendo che il Sindaco mostri e condivida pubblicamente nel dettaglio i fatti accaduti e di cui è a conoscenza.  Prima di prendere qualsiasi decisione che riguarda Presidente e Cda – continua Bozza – è necessario davvero confrontarsi pubblicamente nelle sedi istituzionali con tutti i gruppi politici nell’interesse della città e della verità che ci consenta di avere la consapevolezza piena di quanto accaduto».

Il dibattito passa in secondo piano per Verona Domani che annuncia di voler difendere in tribunale Stefano Casali:  «Ancora una volta – sottolinea una nota del movimento – il primo cittadino conferma la goffaggine amministrativa e le tempistiche assolutamente incongrue e inopportune che stanno caratterizzando l’intera vicenda della holding, per esclusivi fini padronali e per accontentare i suoi fedelissimi, da piazzare quanto prima al vertice delle aziende comunali. Gravissimo che l’amministrazione comunale non attenda neanche la convocazione dell’Assemblea dei Soci ed il cda della società previsto per lunedì. Ignoranza amministrativa o scelta voluta in malafede per condizionarne l’esito?».

Flavio Tosi rincara la dosi: «Si tratta di tutelare Agsm-Aim, l’azienda dei veronesi, dispiace vedere che c’è un gruppo politico come Verona Domani che pur di difendere il suo leader, il presidente Casali, tenta di buttarla in caciara politica e di scaricare tutte le colpe della vicenda Compago su Quaglino. Ma Quaglino chi lo ha messo lì? Casali, che ora però fa finta di niente. C’è un fatto inattaccabile: la gestione Quaglino è la gestione Casali e dell’attuale Cda, le due cose sono inscindibili e indissolubili, è davvero complicato poter fare distinguo rimanendo credibili. Qui non è questione di centrodestra o centrosinistra, ma di persone e di gestione di una multiutility che è un’azienda pubblica che gestisce centinaia di milioni pubblici e deve saper stare e operare sul mercato con dei competitor.  Non la si butti in caciara politica per distrarre l’attenzione, sarebbe irrispettoso nei confronti dei veronesi”.  

A chiedere di non assistere alla caciara politica dovrebbero però essere i veronesi, veri azionisti delle ex Municipalizzate, un patrimonio da 2 miliardi di euro, gestito troppo spesso con  arroganza e incompetenza. Soltanto per restare agli enti economici entrati nel dibattito nelle ultime due settimane sorgono naturali alcune domande. Queste:

  1. Perché c’è bisogno di comprare clienti consumer per Agsm Aim quando oggi serve la parte industriale e davvero non c’è bisogno di clienti potenzialmente morosi? Di chi è la mente geniale che ha partorito questa idea?
  2. Perché si vuole oggi cancellare ogni attività industriale di Agsm? A chi si vogliono vendere gli asset produttivi scaligeri?
  3. Chi ha deciso di far comprare le farmacie pubbliche all’Agec imponendole un costo fuori mercato e, peggio, un mutuo capestro con una banca non veronese che sta impedendo all’Azienda di operare sul mercato nonostante il suo enorme patrimonio immobiliare mettendolo anzi a rischio?
  4. Chi ha deciso la gestione folle della partita tramvia/filobus: dai mezzi scelti ai percorsi ai tempi di realizzazione?
  5. Chi non ha il coraggio di imporre la trasformazione di Cà del Bue in quel termovalorizzatore di cui Verona ha disperato bisogno dato che spende milioni di euro ogni anno per trasportare altrove la propria immondizia e necessita di energia a prezzi bassi?

E questi sono solo i tre enti di cui si discute negli ultimi giorni. E non sono nemmeno tutti i temi possibili sul tappeto. Fuori restano il Catullo, la Fiera, Amia…Insomma, la politica oggi ha poco da girarci intorno: ha gestito le aziende pubbliche e le loro maestranze (che si sono sempre prestate al giochino), come massa di manovra politica. Senza guardare ai fondamentali. Oggi, probabilmente, di fronte alla complessità la politica punta ad una privatizzazione de-facto. Dato che sono sodi nostri, la politica veronese ha il dovere di spiegare come siamo arrivati a questo punto e perché. E soprattutto cosa pensa di fare per salvare il nostro patrimonio. Se ne è capace.

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