‘Mal’aria’ in tutte le città italiane. A Verona criticità per PM10 e PM2.5. Meno per NCO2

‘Mal comune mezzo gaudio’ dice il proverbio. Ma non è sempre così. Specie se il male riguarda l’aria che respiriamo con tutto quel che ne consegue in termini di malattie e di perdita di anni di vita.  Mal’aria 2022, il report di Legambiente sull’inquinamento atmosferico ha un risultato preoccupante: nessuna delle 102 città italiane ha un’aria accettabile secondo i parametri fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Le città dove l’aria è peggiore sono: Milano, Alessandria, Modena e Torino. Effetto della posizione geografica unica al mondo della Val Padana, chiusa a nord dall’Arco Alpino che crea una stagnazione dell’aria e ne impedisce il ricambio bloccando le correnti settentrionali. Tutti capoluoghi analizzati hanno superato i valori dell’OMS, ovvero una media annuale di 15 microgrammi per metro cubo (μg/mc) per il PM10, una media di 5 μg/mc per il PM2.5 e 10 μg/mc per l’N02. Pochissime le città che rispettano i valori suggeriti dall’Oms per il PM10 (Caltanissetta, La Spezia, L’Aquila, Nuoro e Verbania) e il biossido di azoto (Agrigento, Enna, Grosseto, Ragusa e Trapani), nessuna per il PM2.5.

Legambiente ha analizzato i tre principali inquinanti, le polveri sottili (PM10 e PM2.5) e il biossido di azoto (NO2) ritenute tra le più pericolose per la salute e che in Italia causano circa 50mila morti all’anno.

PM10: Milano (32 µg/mc), Brescia, Lodi, Mantova, Modena e Torino (31 µg/mc), che dovranno ridurre le concentrazioni di oltre il 50%. Situazioni difficili anche per Treviso, Venezia, Verona e Vicenza (30 µg/mc).

PM2.5: Le criticità maggiori si riscontrano a Cremona e Venezia (media annuale 24 µg/mc quasi 5 volte il limite OMS di 5 µg/mc) che dovranno ridurre le concentrazioni del 79%, seguite da Vicenza (22 µg/mc), Piacenza, Padova, Milano (21 µg/mc), Asti, Alessandria, Verona, Torino e Treviso (20 µg/mc) che dovranno ridurre le loro concentrazioni per più del 75%.

NO2 : criticità maggiori registrate a Milano (media annuale 39 µg/mc contro un valore OMS di 10 µg/mc) e Torino (37 µg/mc) che dovranno ridurre le concentrazioni rispettivamente del 74% e 73%; seguite da Palermo e Como (36 µg/mc), Bergamo (35 µg/mc), Trento e Teramo (34 µg/mc), Monza e Roma (33 µg/mc), Napoli e Bolzano (32 µg/mc), Firenze e Pavia (31 µg/mc) che dovranno ridurre le concentrazioni di oltre il 68%.

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