Della mancanza di medici s’è detto e si sa. E’ un problema molto pesante che ricade sulla salute dei cittadini italiani. Ma l’interno del problema ce n’è un altro ancora più grave: la carenza di anestesisti la cui opera mai come adesso è stata notata e apprezzata. Il loro lavoro prima era sempre passato sotto traccia. Adesso sono diventati centrali e indispensabili. Solo che sono pochi. Troppo pochi. Quindi la pandemia li ha costretti a svolgere un carico di lavoro pesantissimo.

Zaia per sopperire a questa carenza le ha provate tutte. Ha indetto autorizzato nuove assunzioni ed ha richiamato in servizio come liberi professionisti quelli andati in pensione. Ma ne mancano sempre. E questa mancanza è gravissima perché si tratta di quei medici particolari che hanno il compito di salvare la vita. E ciò s’è toccato con mano nei momenti più critici della pandemia, quando venivano aperti nuovi reparti di terapia intensiva per accogliere tutti malati che ne avevano bisogno, ma poi non c’era il personale per farli funzionare.

La causa di questa situazione ormai insostenibile è sempre la stessa. I ministri che si sono succeduti hanno sbagliato la programmazione. La programmazione delle scuole di specialità e, a monte, quella degli ingressi alla facoltà di Medicina. Siamo sempre lì. Lo Stato e le Università hanno dato la precedenza ad altre cose. Sbagliando.