Mazzi, il veronese eletto a Padova fortemente voluto dalla Meloni

Gianmarco Mazzi, 62 anni, sposato, è uno dei cinque parlamentari veronesi di Fratelli d’Italia. Pur essendo un’autorità nel campo dello spettacolo, lui ha sempre lavorato fuori dalla luce dei riflettori. Adesso con l’elezione alla Camera irrompe sul palcoscenico della politica nazionale.  Poco importa che sia stato candidato a Padova. Lui è veronese ‘de zoca’.

E noi veronesi ci possiamo contare, non è vero, onorevole? 

«Certo ! Anche se mi suona strano questo titolo. Mi ci dovrò abituare – dice sorridendo dall’altro del suo metro e novantasei- . Sono ancora un po’ frastornato, perché fino a poche settimane fa né la candidatura né l’elezione erano all’orizzonte. Devo tutto a Giorgia Meloni che mi ha chiamato – ed è un onore – fra quelle personalità di rilievo nazionale che vuole avere con sé nella guida del paese. Le ha spalmate su tutto il territorio. E così sono diventato capolista per Fratelli d’Italia nel collegio di Padova, città bellissima. Ma io sono veronese!»

Beh, una bella soddisfazione no? 

«Sicuramente! Solo che tutto è stato così veloce…Non che l’idea di fare il parlamentare mi spaventi. Anzi! Sono abituato a lavorare h24 ed a girare in lungo e in largo per l’Italia. Oltretutto a Roma sono di casa perché la mia attività di manager in campo artistico si svolge soprattutto lì. Roma non è solo la capitale d’Italia e il centro della politica. E’ anche la capitale dello spettacolo, del cinema, della musica e della televisione. Quindi mi è familiare.»

Ma anche la politica le è familiare…

«Già, sono sempre stato appassionato di politica fin da ragazzo. Parliamo della metà degli anni ’70, quando cominciai a collaborare con ‘Ondaeuropa” una delle prime radio libere di destra di cui era animatore Paolo Danieli, con il quale sono amico fin d’allora. Poi, dopo essermi impegnato nel mio lavoro, dopo parecchi anni, precisamente nel 1998, mi ha coinvolto per dirigere l’organizzazione della Conferenza Programmatica di Alleanza Nazionale. Funzionò tutto come un orologio e questo venne molto apprezzato, tanto che da allora cominciai a collaborare a livello nazionale soprattutto nella comunicazione, soprattutto con Ignazio La Russa. Il resto è cronaca di questi giorni. E’ lui che ha parlato con Ciro Maschio e con Giorgia ed è lei che ha deciso di candidarmi. Mi sono sempre riconosciuto in questa area culturale e per me è come un premio alla carriera»

Lei è sempre stato di destra. Qual’è la sua destra?

Bella domanda. Che avrebbe bisogno di un’intervista intera per rispondere compiutamente. Divento di destra nei primi anni settanta, a tredici anni, per istinto di libertà, non sopportavo le assemblee scolastiche monopolizzate dalla sinistra extraparlamentare dove quelli con l’eskimo impedivano di parlare a chi non la pensava come loro. Ma ormai è preistoria. Comunque la mia è una destra popolare, sociale, nazionale che garantisca la libertà, l’iniziativa privata e gli imprenditori che producono lavoro e ricchezza, con rispetto per l’interesse generale. Una destra vicina alla gente, soprattutto a chi è in difficoltà. 

Come sono i suoi rapporti con i ‘fratelli d’Italia’ di Verona?

Ottimi, a cominciare da Ciro, che conosco da quand’era un ragazzo ed ora è a capo del più grande partito di Verona. E’ stato molto bravo a gestire la crescita dirompente di FdI. E’ stato fra i fondatori. E’ partito da zero ed ora guida un partito da 30% che oggi, per volontà popolare, diventa il riferimento principale sul territorio per le categorie e per il mondo produttivo. Lo aspetta un lavoro molto impegnativo che saprà gestire con la sua proverbiale tenacia e preparazione. E noi gli staremo al fianco.

E con gli altri?

Maddalena Morgante, Matteo Gelmetti e Marco Padovani sono degli amici. Belle persone, di qualità, un’ottima classe dirigente. Ho modo di collaborare con l’Amministrazione come AD della società dell’ Arena di Verona che gestisce tutta la programmazione degli eventi live e televisivi. Non ho mai fatto vita di partito perché la mia attività mi ha sempre assorbito e portato altrove.

Non ha mai fatto vita di partito ma la politica la conosce bene. Come pensa di muoversi?

Metto a disposizione le mie competenze e vado a Roma con un buon bagaglio di esperienza professionale e di vita. FdI è diventato il primo partito italiano e questo è per tutti noi un grande riconoscimento e una grande responsabilità in un momento così difficile per il nostro Paese.

Se l’immagine di Verona, grazie agli eventi che ha organizzato in Arena, è stata diffusa in tutt’Italia e anche nel mondo, è merito suo. Abbiamo ancora negli occhi le bellissime immagini aeree della città fatte in occasione del concerto di Celentano qualche anno fa. Continuerà ad essere prezioso per Verona come è stato finora? 

Per me fare politica vuol dire fare il bene della mia comunità. Sia essa la comunità nazionale che quelle cittadine, come Verona e Padova. Verona ha un bisogno vitale di avere a Roma qualcuno che la rappresenti e che si dia da fare per portare a casa progetti e finanziamenti per creare opportunità e ricchezza. Noi tutti di FdI siamo davanti ad un’opportunità irripetibile e io sento il dovere di continuare a lavorare per la mia città, insieme a tutte le persone animate dallo stesso spirito e che condividono questo obiettivo. E lo farò anche da Roma. Non sarà un problema. Anzi! 

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