Mentre i contagi continuano a dilagare i ricoveri calano. Buon segno

La zona arancione per il Veneto sarebbe prospettata verso la fine del mese. Non dipende tanto dai contagi, che ormai corrono con ritmi doppi rispetto a un anno fa, ma dall’indice dei ricoveri. Con la curva delle ultime settimana era prevedibile che nel giro simun paio di settimane saremmo arrivati in arancione. Ma fortunatamente alla diffusione dei contagi non corrisponde un eguale aumento dei ricoveri, né in reparti critici né in terapia intensiva. A Verona, per esempio, che è la provincia veneta con il maggior numero di contagi, oggi i ricoveri sono stabili, anzi in calo. E non c’è neanche un morto. A determinare questa situazione sono due fattori. I vaccini, che è ormai assodato che preservano dalla malattia grave e quindi dalle ospedalizzazioni e la minor aggressività del Covid nella sua versione Omicron, più diffusiva ma meno “cattiva”. Se i contagi aumentano ma alla fin fine producono un raffreddore o poco più, possiamo stare tutti più tranquilli e la prospettiva è quella di un Covid depotenziato che non da più paura. Ma questa è solo una speranza. Guai abbassare la guardia. In fin dei conti anche nelle ultime 24 ore nella regione ci sono stati 14 decessi, che portano il conto delle vittime a 12.487. E ci sono 14.491 positivi in più. Diminuiscono ricoveri. In area non intensiva, i pazienti Covid sono 1.325 (-70) e in terapia intensiva 202 (-9). 

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