L’accordo raggiunto la scorsa settimana fra gli Interporti italiani e i mercati all’ingrosso apre scenari totalmente nuovi per la sostenibilità del comparto agroalimentare italiano pronto ad intercettare i fondi del Pnrr. «I protagonisti siamo noi – spiega Michele Gruppo, presidente di Veronamercato – Il sistema dei mercati agroalimentari può creare le condizioni per una crescita significativa della sostenibilità ambientale di sistema ed elevare la qualità dei prodotti che gli italiani mettono in tavola». Gruppo segue da vicino l’evoluzione in atto: «E’ storica la fragilità dell’agroalimentare italiano – spiega – che è fortissimo nei campi, con una percentuale di produzioni biologiche che non ha pari in Europa e con un importante impegno collettivo per la riduzione della chimica; dall’altro, ha un sistema logistico più caro dei propri competitor in Europa ed una carenza di organizzazione. Due fattori che sono estremamente penalizzanti per produzioni così delicate e deperibili e che lasciano troppo spazio ad altri Paesi produttori come la Spagna».

«Questo è il nocciolo della sfida che come Italmercati abbiamo lanciato al Governo – prosegue Gruppo -: abbiamo chiesto una piccola parte del recovery Plan destinato al settore primario, 226 milioni, appena il 3% dei 6,8 miliardi richiesti dal Mipaaf (ma lo 0,08% dell’intero Piano nazionale di ripresa e resilienza) per accelerare su questa strada. Il nostro  piano è preciso  e puntuale ed agisce direttamente dove serve per un upgrade sostenibile: dall’intermobilità green alla digitalizzazione che vuol dire corretta tracciatura dei prodotti, alla cogenerazione energetica al recupero dei rifiuti ed alla lotta allo spreco alimentare…E, con orgoglio, sottolineo come Verona di questo piano sia una componente formidabile con l’ambizione di intercettare ben il 21,6% degli investimenti complessivi proposti»

Questo vale per il futuro, ma per il passato?

«Veronamercato si è mossa da tempo. Produciamo dal 2009 l’energia che ci serve grazie ad uno dei primi e più importanti impianti fotovoltaici installati nel Nord Italia. Con altrettanto impegno operiamo per ridurre lo spreco alimentare, le emissioni di gas serra agendo direttamente sui processi produttivi, razionalizzando i consumi, riducendo i rifiuti e sviluppando sempre di più la raccolta differenziata.  Il piano dei prossimi interventi è già all’attenzione del nostro CDA: una ulteriore accelerazione sulla produzione di energia da fonti rinnovabili ed una crescita di strutture e spazi all’insegna dell’economia circolare. Si parte dal potenziamento degli impianti a temperatura controllata sulle testate nord e sud del centro ortofrutticolo che verranno alimentate da un  nuovo impianto fotovoltaico che coprirà un nuovo parcheggio da oltre 600 posti auto che produrrà 1,9 milioni di KWh l’anno. Questa struttura alimenterà nuove colonnine di ricarica per autoveicoli elettrici così da favorire una catena logistica di prossimità ad impatto zero.  Da un punto di vista “produttivo” vuol dire praticamente raddoppiare i nostri valori attuali: infatti, i  60mila metri quadrati sul tetto del mercato ortofrutticolo attualmente in funzione ogni anno producono 1,8 milioni di KWh (che equivalgono ai consumi annui di 850 famiglie) che, sempre ogni anno, riducono di 972 tonnellate i gas serra immessi in atmosfera».