Nonostante l’UE, per la prima volta, abbia condiviso il debito, c’è chi protesta. Ma vi dico perché sbagliano

(di Giorgio Massignan-Verona Polis) Gli attacchi contro il primo ministro Giuseppe Conte  per i risultati ottenuti con il Recovery fund, sono spiegabili solo per speciosi motivi politici. Parte dell’opposizione e di conseguenza dei suoi sodali, hanno vissuto e stanno vivendo male quello che l’Italia è riuscita a conseguire. Così come, più celatamente, lo sta vivendo quella parte di maggioranza, che mal sopporta i successi europei del primo ministro che, ovviamente, lo stanno rafforzando anche in Italia. Comprendo bene che molti politici dell’opposizione desiderino le elezioni anticipate ed alcuni della maggioranza temano il troppo consenso che sta raccogliendo Conte, ma questo non è proprio il momento adatto per cercare nuove avventure: l’attuale Governo è in carica nel pieno rispetto della Costituzione.

Ora arrivo ai numeri: nei prossimi anni il nostro Paese riceverà una cifra che varia dai 26 ai 36 miliardi in più di quanto verserà nelle casse comuni. Infatti,  il Recovery fund, sarà sovvenzionato con l’emissione di debito comune, cioè, la Commissione europea, grazie alle garanzie poste dagli Stati membri, in particolare da Germania e Olanda, raccoglierà sul mercato 750 miliardi in 3 anni, di cui  390  di finanziamento a fondo perduto e 360 di prestiti a tassi vicino allo zero. Per il Recovery fund, verranno raccolti, nel 2021 circa 260 miliardi, altrettanti nel 2022 e i restanti 230 nel 2023. Per calcolare l’incasso effettivo dell’Italia, è necessario escludere i prestiti, che dovranno essere restituiti.  

Dei circa 81 miliardi a fondo perduto,  una parte, tra i 45 e i 55 miliardi, verrà coperta dal nostro Paese con le proprie casse. La quota rimanente, tra i 26 e i 36 miliardi, sarà a fondo perduto.  Un primo anticipo di 6 miliardi, dovrebbe arrivare nella prima parte del 2021. Ma sarà possibile, grazie ad una clausola inserita nel testo di compromesso a Bruxelles, contabilizzare una quota dei costi sostenuti per contrastare la pandemia, come spese del Recovery fund, che saranno rimborsate dall’Ue dal 2021 in poi. 

L’Italia è il Paese che guadagnerà di più dai finanziamenti  che saranno ottenuti, a partire dall’anno prossimo, grazie all’emissione, per la prima volta, di forme di debito europeo comune. Per poter ottenere i finanziamenti, l’Italia dovrà presentare dei progetti chiari e ben determinati, di come intende investire il denaro, che sarà di 81,4 miliardi di sussidi e 127,4 di prestiti. Per la prima volta nell’UE,  viene condiviso il debito; impensabile  prima del Covid.

I finanziamenti totali saranno così suddivisi:

360 miliardi prestiti
312,5 miliardi sussidi ai singoli Paesi
47,5 miliardi ReactEu (fondi di risposta all’emergenza covid)
5 miliardi Horizon Europe (il maggiore programma Ue per la ricerca scientifica)
5,6 miliardi InvestEu (per gli investimenti strategici comunitari)
7,5 miliardi Sviluppo rurale
10 miliardi Just Transition Fund, chiave di volta della transizione ambientale
1,9 miliardi RescEu (programma di protezione civile europea)

Se qualche Stato ritiene che i fondi stanziati siano utilizzati in modo scorretto, può chiederne  al Consiglio europeo la verifica e, una volta esaminate le criticità e prese le decisioni, la votazione, se sospendere o meno l’erogazione dei finanziamenti, sarà presa  a maggioranza qualificata e non all’unanimità.

Ora, tocca all’Italia dimostrare che i finanziamenti saranno utilizzati nel modo migliore. E’ questo il momento per una economia verde, ecosostenibile, che procuri posti di lavoro e non consumi gli elementi indispensabile alla vita sul nostro pianeta. La messa in sicurezza del territorio, la scuola, la ricerca, le strutture sanitarie, l’industria ‘pulita’, i trasporti e le infrastrutture non inquinanti, la salvaguardia e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale, storico e paesaggistico ed altro ancora, dovrebbero essere i settori su cui investire.  

Potrebbe ripetersi un nuovo ‘miracolo economico’, basato sullo sviluppo ecocompatibile. Ma potrebbe anche rivelarsi come l’ennesima abbuffata improduttiva, per accontentare clientele e consorterie varie e sprecare, in mille rivoli, gli ingenti finanziamenti che riceveremo. Soprattutto, si dovrà evitare che le mafie riescano a mettere le mani sul “bottino”‘ e bloccare, in questo modo, la nostra possibile rinascita economica. Sarà questa la miglior verifica per capire se esiste uno stato malavitoso, all’interno dello Stato. L’ Italia, si trova di fronte alla più importante e gravosa impresa dal secondo dopoguerra ad oggi.

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