(di Michele Bertucco) I nuovi vincoli posti dal Ddl Concorrenza del 2021 costringono l’amministrazione a motivare meglio le ragioni e il progetto per il ritorno in house di Amia che la proposta di delibera annunciata descrive solo sommariamente. Questo significa che la scadenza finora ipotizzata del 31 dicembre 2021 è destinata a scivolare almeno di tre mesi. Riusciranno Sboarina e soci a portare a termine l’operazione (che hanno “ereditato” cinque anni fa) a chiudere la partita prima della fine del mandato?

Una cosa positiva è che l’amministrazione sembra in parte rinsavita, avendo abbandonato l’ipotesi di estrapolare da Amia solo il personale. Nella newco che verrà costituita finiranno infatti non soltanto i lavoratori e le lavoratrici ma anche le attrezzature e i mezzi. Tutta la parte impiantistica resterà invece di competenza della “vecchia Amia” che come società non morirà ma continuerà ad essere inserita nel gruppo Agsm-Aim. La “nuova Amia” invece passerà sotto il controllo del Comune con la formula del leasing che Palazzo Barbieri pagherà ad Agsm-Aim.

Se questa strategia verrà confermata, si porrà, grande come una casa, il problema della razionalizzazione della governance del ciclo dei rifiuti, del resto già posto dal piano comunale per la razionalizzazione delle partecipazioni societarie: mentre la Legge spinge per accorpare la gestione dei rifiuti in una sola società, tra Verona e Vicenza si riscontra uno spezzatino di almeno 5 o 6 società: la nuova Amia, la vecchia Amia, Serit, Transeco, le società vicentine e chi più ne ha più ne metta, ciascuna con il suo bel consiglio di amministrazione dove, come è noto, non ci finiscono degli specialisti ma i trombati delle elezioni amministrative. Una sorta di ufficio di collocamento per politici in disgrazia che campano sulle tasse dei cittadini salvo poi darsi arie da grandi manager.

A proposito di Serit: nessuna nuova, cattiva nuova: il confronto con Gardesana Servizi non ha ancora dato alcun risultato, pertanto al momento è confermata la messa in gara dell’intero Bacino di Verona Nord alla quale Serit rischia di arrivare menomata essendo i Comuni del Lago indisponibili a continuare a ricorrere ai suoi servizi.