Ofelè fa el to mesté: Verona torni guidata dalla politica e non da imprenditori senza alcun controllo popolare

(di Gianni De Paoli) Verona sempre peggio. Dispiace dirlo. Ma è così. E se fino a ieri era un giudizio di pochi, oggi è una consapevolezza generale.  Responsabilità? Ce ne sono: della politica, ma anche del mondo imprenditoriale.  La politica ha la colpa di aver rinunciato a svolgere il ruolo di guida che le compete, proprio come accade a livello nazionale, dov’è l’economia a dettare l’agenda e non viceversa, come dovrebbe essere in un paese normale. Ciò accade anche a Verona. 

Se ad occupare, direttamente o indirettamente, tutte le posizioni di rilievo non ci sono i rappresentanti dei cittadini ma degli imprenditori, che per definizione e legittimamente fanno il loro interesse, non ci si può meravigliare che le cose vadano male. A fare l’interesse della comunità ci deve pensare la politica, con gli eletti e gli  amministratori. Ma se questi si fanno dettare le scelte da alcuni privati che non rappresentano nessuno, non c’è da meravigliarsi se poi a farne le spese sono tutti i veronesi. 

 Esempi di questo meccanismo ce ne sono. Pensiamo a che fine hanno fatto le istituzioni finanziarie più importanti, quelle che avrebbero dovuto costituire il “polo finanziario“. Pensiamo alle infrastrutture – autostrada e aeroporto- vitali per una città come la nostra che vive di logistica, di scambi, di turismo. Pensiamo a quello che doveva diventare il parco scientifico-tecnologico e che fine ha fatto…Pensiamo a quello che stava per succedere all’Agsm e, prima, alla Fondazione Arena. E, tanto per buttarla sul leggero, ma non troppo, basta vedere che perfino la principale squadra di calcio della città non è di proprietà veronese, segno che il declino coinvolge ogni settore della vita civile.

 Se Verona vuole ripartire deve liberarsi di questo sistema di potere che decide le sorti della città. Poteri forti? Non sappiamo se lo siano. Forse meno di quello che sembra. Forti solo per la debolezza degli altri. E’ ora che la politica, quella vera, quella con le palle, quella che non si fa dettare l’agenda da nessuno, riprenda in mano le redini di Verona.

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