Palazzo Balbi, una poltrona per tre. E non è per niente divertente

(di Bulldog) Lo stato dell’arte è questo: Fratelli d’Italia rivendica la prossima presidenza del Veneto in virtù del risultato delle elezioni Europee di giugno 2024 che dovrebbero vederlo primo partito anche in regione grazie a Giorgia Meloni. Nel caso, ci sono già tre candidati in pectore: il ministro Adolfo Urso, l’assessore regionale Elena Donazzan e il senatore bellunese Luca De Carlo.

La Lega, invece, ricandida Luca Zaia con le buone o con le cattive, ovvero dato che direttamente è impossibile (per il mancato via libera al terzo mandato) attraverso una Lista Zaia fatta di amministratori veneti (probabilmente pure lui sarà in lista). Queste le parole odierne all’ANSA del segretario regionale Alberto Stefani: «Per quanto riguarda il Veneto “squadra che vince non si cambia“: vale per Zaia, ma potrebbe coinvolgere anche molti consiglieri regionali. Non escludo che si possa procedere con la formula già utilizzata con Zaia in altre regionali; ovvero ipotizzando una lista Lega, una lista Zaia, qualora il presidente fosse d’accordo, e una o più liste civiche di amministratori locali».

E siamo a due. Poteva mancare il terzo incomodo? Assolutamente no. Forza Italia candiderà Flavio Tosi (in corsa anche per le Europee). A dirlo Antonio Tajani, indiscusso leader azzurro e anche lui in corsa per la poltrona più pesante di tutte.

Una poltrona per tre, insomma. Tutti a caccia di quel milione e mezzo di voti che il Veneto garantisce al campo moderato (ieri democristiano oggi stabilmente di centrodestra) dal 1948 ad oggi.  Quel “tesoretto” che se la DC non fosse stata cieca negli Anni Ottanta oggi sarebbe la nostra CSU veneta praticamente sempre al governo (come i cugini bavaresi) e che avrebbe cambiato il corso della storia politica italiana. O almeno, della nostra.

Vecchi sogni e vecchi rimpianti a parte, cosa manca a questa poltrona per tre? La gamba più importante, quella da presentare agli elettori. E allora, nel 2025 – giugno o settembre poca differenza fa – il Veneto avrà la sua autonomia differenziata? Nel 2025 la sanità veneta si fermerà a Padova o porterà qualche investimento di peso anche nel Veronese? Nel 2025 la Regione sarà presente anche nel Veronese così come lo è a Treviso o Venezia?

Senza questi fattori – a partire dal primo – la poltrona per tre finirà a Giacomo Possamai che avrà buon gioco nel raccontare le tante ciacole e le barufe ciossote di un centrodestra abulico, ingrassato da trent’anni di potere, ma anemico di risultati…

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