Pandemia, guerra, sanzioni, rincari energia, mancanza di materie prime: pericolo stagflazione

Che cosa vuol dire stagflazione? Questo brutto neologismo della terminologia economica sta a significare un periodo nel quale si vanno a sommare du fenomeni: quello dell’inflazione -ovvero della progressiva perdita del potere d’acquisto del denaro- e quello della stagnazione – ovvero quando manca la crescita e sono broccati sia la produzione che i redditi. La Cgia di Mestre, sempre attenta a monitorare la situazione economica mette in guardia proprio sul rischio della stagflazione, che potrebbe essere la conseguenza sul nostro sistema economico della guerra in Ucraina con tutto quello che essa comporta. I primi segnali, osserva lo studio della Cgia, non mancano. Dopo solo 16 giorni di guerra i prezzi delle materie prime sono schizzati alle stelle. Il nickel è quasi raddoppiato (+94%), il gas è aumentato del 48% e il granoturco del 30%. Cui s’aggiunge il crollo dei consumi. Qualcosa stelle genere era già accaduto in Italia nella seconda metà degli anni ’70, sempre  in seguito ad una guerra, quella araboisraeliana dell’ Yom Kippur, che scatenò una pesante crisi energetica che porto addirittura ad un periodo di ’”austerity”, durante il quale fu vietata la circolazione alla domenica, furono spente le vetrine dei negozi e le luci delle città vennero accese a metà.

Ora le difficoltà legate alla pandemia,  i rincari del gas, la speculazione sul petrolio, la carenza di materie prime, gli effetti della guerra in Ucraina, le sanzioni economiche alla Russia rischiano nel medio periodo di spingere l’economia verso la crescita pari a zero, con un’inflazione che potrebbe andare oltre il 10%. Uno scenario che potrebbe vanificare anche gli effetti dei 235 miliardi di euro di investimenti del Pnrr.

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