Payback in sanità. La protesta delle aziende fornitrici di dispositivi sanitari che rischiano la chiusura

“Il Governo sa tutto e ci ignora. Ci ascolti o sarà la fine delle piccole e medie imprese e della Sanità Pubblica”. Lo dicono la Federazione Italiana Fornitori Ospedalieri e Pmi Sanità che rappresentano oltre centomila imprenditori e lavoratori del comparto che ieri hanno ora organizzato una manifestazione di protesta a Roma contro il payback nella sanità. I fornitori di strumenti e materiale sanitario al Ssn sono esasperati. In base ad una legge fatta da Renzi nel 2015, ripresa poi dal governo Draghi, le Regioni – sono loro che gestiscono la sanità-  hanno richiesto alle aziende fornitrici il ripiano a carico delle aziende del superamento del tetto di spesa dei dispositivi medici. In poche parole le aziende fornitrici in base a delle gare vinte regolarmente a distanza di anni vengo richieste di sborsare dei soldi per contribuire a ripianare la differenza del preventivo sbagliato per difetto dalla Regione. Sarebbe questo il ‘payback’. Le regioni sbagliano per difetto il bilancio preventivo per le forniture sanitarie e a contribuire per sanare il loro d’errore vengono chiamate a posteriori coloro che erano stati pagati per quello che spettava loro per contratto. Alcune aziende saranno addirittura costrette a chiudere in quanto vengono richieste loro cifre insostenibili. E questo si ritorcerà sui cittadini, perché verranno mancare molti dispositivi medici, che vanno dalle protesi ortopediche alle valvole cardiache o altri dispositivi salvavita.
Questa legge assurda mette a repentaglio il comparto delle forniture dei dispositivi medici e l’assistenza sanitaria pubblica. Il Governo, spiegano i rappresentanti delle aziende, “ha chiesto la rinuncia al Tar, ma questo toglierebbe l’ultimo pilastro di protezione alle aziende”.
Per chiedere un intervento del governo sono arrivati ieri a Roma da tutt’Italia.

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