«I dati nazionali del II trimestre 2020, pubblicati oggi dall’Istat, ci dicono che anche in Veneto serve una pianificazione regionale, chiara, per coordinare le opere fondamentali da cui ripartire, dalle infrastrutture agli aiuti alla sanità, e in questa cornice non si è ancora compresa la posizione della giunta regionale sul Mes: a livello nazionale siamo fermi al no di Matteo Salvini, ma Luca Zaia cosa dice?». Così Giandomenico Allegri, candidato consigliere per il Pd alle elezioni regionali.

La stima dei conti economici trimestrali in Italia pubblicata stamattina dall’Istat parla di «portata eccezionale della diminuzione del Pil nel secondo trimestre (…) con flessioni del 12,8% in termini congiunturali e del 17,7% in termini tendenziali, mai registrate dal 1995». Secondo Allegri, «dopo aver perso alcune possibilità di finanziamento nel passato recente, è fondamentale adesso recuperare le risorse che arriveranno dall’Europa e sfruttarle per modernizzare il Veneto. Pensiamo ai 3 miliardi di euro circa che il Mes assicurerebbe per migliorare la sanità, generandovi anche occupazione. Solamente un tavolo vero e proprio, però, può garantire il coordinamento necessario affinché quei fondi diventino efficaci».

Ecco quali dovrebbero essere gli obiettivi principali, per il Veneto e in particolare Verona, nell’ottica della prossima amministrazione regionale: «Una delle infrastrutture più importanti è il collegamento tra la stazione di Porta Nuova e l’aeroporto Catullo, che poteva essere finanziato all’interno delle opere a supporto delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina, parliamo di un motore che valorizzerebbe ulteriormente Verona sul piano turistico ed economico – questa la riflessione di Allegri – ma se rimaniamo sul tema dei nuovi posti di lavoro non possiamo dimenticare altre “reti”decisive come la strada regionale 10 e il miglioramento della linea ferroviaria Rovigo-Verona». Uno dei focus rimane comunque sulla sanità. «Il Mes è un’opportunità per potenziare la medicina territoriale cioè per realizzare quell’obiettivo posto dalla Regione Veneto e rimasto soltanto sulla carta – dice Allegri ­– Ricordiamoci che a salvare il Veneto sono stati tanti medici di base che si sono presi carico dei pazienti anziché mandarli nei pronto soccorsi: è stata questa, nell’emergenza che ha reso necessario il lockdown, l’unica vera differenza tra la nostra e la Regione Lombardia».