Il Ministro della Salute Schillaci ha stabilito l’obbligo dell’uso delle mascherine nelle strutture sanitarie e nelle Rsa. E’ stato uno dei primi provvedimenti che ha adottato. Ma dopo tutto quello che abbiamo passato con la pandemia e con il virus dell’influenza che ha già messo a letto un milione di italiani l’uso della mascherina non dovrebbe più essere oggetto di un obbligo di legge. Dovrebbe essere semplicemente la manifestazione della consapevolezza del personale socio-sanitario della delicatezza del ruolo, specie nei confronti delle persone più deboli, come i malati e gli anziani.

Non solo. La mascherina dovrebbe diventare un accessorio comune da utilizzare spontaneamente, non perché lo impone la legge, quando si entra in zone ‘a rischio’, come gli ambienti affollati, dov’è statisticamente più probabile beccarsi qualche virus. Non per obbligo, ma per consapevolezza. Non perché si deve, ma perché si vuole. Non sarà una malattia grave come lo è stato il Covid, ma prendere un raffreddore o finire a letto per qualche giorno con la febbre è in ogni caso una bella seccatura. Ed è risaputo che è in inverno, con l’aumentata frequentazione degli ambienti chiusi, che per questo ci si ammala di più. E allora, visto che un po’ di abitudine negli ultimi due anni l’abbiamo fatta, perché non proteggersi con la mascherina quando ci troviamo in situazioni a rischio contagio? Non ci sosta niente. Mentre costa molto di più, non solo fisicamente, ma anche in termi in economici, ammalarsi, perdere qualche giorno di lavoro, spendere soldi in medicine.

Bene ha fatto il ministro a sancire l’obbligo della mascherina in ospedale e nelle strutture sanitarie o socio-sanitarie, ma ancora meglio sarebbe farlo spontaneamente anche fuori, quando se ne ravvede la necessità