Poche balle: il Legislatore preferisce che il processo si faccia sui media

(di Andrea Bacciga) Nel nostro Paese quando accade un episodio grave, anche se prima ne sono successi migliaia di simili, diviene immediato e naturale per i politici di turno al potere rilanciare alla pena più grave. Così, se un fatto è già punito dal Codice, diviene improvvisamente il delitto più atroce per cui non bisogna avere alcuna pietà per il soggetto indagato.

In questo periodo ho letto di tutta una serie di disegni di legge sull’inasprimento di pene, sia in ambito stradale sia per la violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

C’è una visione unilaterale da parte del Legislatore di una Giustizia esclusivamente punitiva, di una pena severa oltre modo che ci si augura possa cambiare le cose, in base alla notizia alle luci della cronaca.

Tutto ciò poi va a collidere non solo con la realtà ma con una buona parte della normativa più o meno recente, che oltre la sospensione condizionale della pena (beneficio per cui una soggetto tra i 18 e 21 anni possa non scontare la pena se sotto i 2 anni e mezzo e sopra i 21 anni se la pena è contenuta nei 2 anni) ha visto l’introduzione della messa alla prova e della particolare tenuità del fatto e la depenalizzazione di alcuni reati.

Inoltre è in vigore un Codice minorile penale, in cui il più delle volte l’imputato se la cava con il perdono giudiziale o con lavori socialmente utili, in una società, di contro, che vede aumentare i reati e le condotte illecite da parte dei minori, tanto da chiedersi se sia il caso di abbassare l’età (fino a 14 anni infatti non si è imputabili). 

Le tanto millantate riforme della Giustizia, che ogni anno, con governi diversi, vengono decantate, si riducono il più delle volte a qualche modifica ininfluente di qualche articolo dei Codici.

Ci sarebbero molti punti ancora da toccare, come il sistema carcerario o le cancellerie penali, alcune con la fotocopiatrice, con il ciclostile degli anni Settanta e un cancelliere tuttofare, ma rischierei di dilungarmi, rendendo la lettura pesante.

Il punto focale dovrebbe essere: cosa il Legislatore vuole dalla Giustizia. Più severità? Più rispetto delle leggi? Più garantismo o più giustizialismo? Più prevenzione ed educazione o più punizione?

Perché non si può chiedere la massima pena per chi guida con il cellulare in mano e nello stesso tempo dire che tutto sommato ogni tanto sull’evasione si può chiudere un occhio. O l’uno o l’altro.

Si decide di essere spietati per chi guida in stato d’ebbrezza? Allora che venga vietato completamente l’alcol e sia prevista la guida a “zero” di alcolemia, senza troppi sotterfugi.

Volete inasprire le pene per chi compie violenza a pubblico ufficiale (ora con l’aggravante già punita dai 3 ai 15 anni, più di un sequestro di persona)? Date l’ergastolo al responsabile. Ovviamente sto enfatizzando. Ma le persone vogliono chiarezza e linearità.

Perché se poi capita, come è successo, che chi commette violenza sessuale il giorno dopo viene liberato, non perché il Giudice è troppo buono ma perché il Codice lo prevede, di coerenza normativa ne vedo ben poca.

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