Ponte Garibaldi deve tornare all’antico splendore. Ma intanto vogliamo almeno pulirlo?

L’Adige è parte fondamentale di Verona e della sua bellezza. E con l’Adige, i suoi ponti. Alcuni molto belli. Ponte Pietra, il ponte della Vittoria, il ponte di Castelvecchio sono una meraviglia. E anche la diga del Chievo, che pure è un ponte a tutti gli effetti. Altri senza lode e senza infamia.  Ponte Nuovo è in restauro. Altri sono piuttosto brutti. Fra questi, ponte Garibaldi, all’inizio di un’ansa del fiume che scorre in uno degli scorci più belli del della città. E per questo è una nota stonata, una disarmonia in un raro contesto di arte, storia e bellezz

Quando è stato costruito nel 1935 era stato pensato per inserirsi armonicamente nel paesaggio urbano circostante. Per collegare il centro storico con la parte in stile ‘liberty’ di Borgo Trento, allora città-giardino.

Come il vicino ponte della Vittoria, ponte Garibaldi era adornato da quattro grandi statue in marmo rosa della Valpolicella poste sui piloni centrali: rappresentavano l’Agricoltura, la Madre, il Nocchiero e il Condottiero. E siccome le statue erano sdraiate i veronesi l’avevano chiamato el ponte dei Strachi. 

Andato distrutto durante la guerra mondiale,è stato ricostruito. Ma senza ripristinarne l’eleganza. Nell’Italia del dopoguerra non si poteva andar tanto per il sottile. Quel che contava era avere un ponte per passare da una parte all’altra dell’Adige. Massimo rendimento col minimo sforzo. E minor spesa. Di conseguenza venne fatta una costruzione semplice, spoglia, anonima. Forse, o forse no, col proposito di rimettere le statue in tempi migliori. Che poi sono arrivati. Ma senza che nessuno pensasse a ripristinare l’antica grandezza. E senza ‘strachi’. A dire il vero qualcuno c’ha pensato. Per primo Adimaro degli Adimari, quand’era assessore provinciale alla cultura. Poi si diedero da fare i Ragazzi della via Paal, (Massimo Rosa, Luigi De Paoli, Francesco Tirozzi, Fabrizio Sordi e Beppe Bonanno) creando attorno all’argomento un certo interesse. Ma nonostante la loro intelligente, oltre che simpatica, azione di moral suasion nei confronti delle autorità, niente. Pazienza. Ci vuole pazienza. Solo che in una città come la nostra, meta di turisti di tutto il mondo, in un punto così bello, avere un ponte così brutto, spoglio e per di più sporco (vedi foto) non è proprio il massimo della vita. Intanto vogliamo almeno pulirlo?

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail